"Il mio amico e collega Alessandro Cattelan, interista". Carlo Conti introduce così in sala stampa a Sanremo il conduttore del DopoFestival, che arriva trafelato: "Ho finito di allenarmi con la Sanremese, che non si dica che non sposo il progetto".
"Siamo pronti, la speranza è quella di regalare un momento di decompressione e di cazzeggio dopo la serata", sono le parole di Cattelan, al debutto in Riviera: "C'è una bella squadra, c'è tutto quel che serve per provare a fare qualcosa di divertente. L'obiettivo è fare un DopoFestival che ricordi quelli che da telespettatore ho amato di più, con Elio e le Storie Tese, Fiorello, Savino con la Gialappa's".
C'è spazio anche per la commozione: "Prima di tutto voglio ricordare Alex Benedetti e tutti gli amici di Virgin Radio e mandare un abbraccio alla sua famiglia", le accorate parole di Conti per il direttore 53enne morto a Milano lunedì.
É l'americano Robert Francis Prevost - Papa Leone XIV - il successore di Francesco. Ecco il commento di Mario Sechi, direttore di Libero.
Il cardinale protodiacono, il francese Dominique Mamberti, pronuncia la solenne formula dell'"habemus Papam". Affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni, è il momento dell'annuncio del neo-eletto al Soglio di Pietro. La piazza esplode in un giubilo di festa. Il nuovo Papa, Robert Prevost, ha scelto di chiamarsi Leone XIV. Circa 100mila persone a San Pietro al momento dell'annuncio del nome del nuovo pontefice, secondo quanto si apprende da fonti delle forze dell'ordine.
Fumata bianca al Conclave dei cardinali riuniti nella Cappella Sistina in Vaticano. Giovedì 8 maggio, alle ore 18.09, è stato eletto il nuovo Papa. È accaduto alla quarta votazione. La fumata dal comignolo della Cappella Sistina è durata oltre 10 minuti. Nel frattempo la folla riunitasi a piazza San Pietro ha festeggiato la notizia dell'elezione del nuovo Papa con applausi e abbracci. "Viva il Papa", è uno dei tanti cartelli che campeggiano tra la folla. In piazza si sono viste sventolare molte bandiere di diversi Paesi, i fedeli si sono abbracciati, qualcuno ha pianto dalla commozione. Molti hanno pregato e guardato con speranza il balcone da dove viene annunciato il nome del Santo Padre. Tantissimi poi i giovani presenti.
Hai fatto tutto come si deve. Hai lanciato il sito. Hai pubblicato articoli, video, post sui social.Hai monitorato le visualizzazioni, contato i like, celebrato l’aumento dei follower.
Insomma, hai costruito una bella macchina digitale.
Eppure, c’è un problema. A fine mese, i numeri che contano davvero non si muovono. Fatturato fermo. Margini sottili. Clienti che non arrivano. E allora ti chiedi: “Ma allora, tutto questo lavoro online serve davvero a qualcosa?”
La risposta è scomoda, ma necessaria. Il problema non è quanto traffico generi. Il problema è che tipo di traffico stai attirando. Perché sì, esiste una differenza enorme tra far parlare di sé e far crescere un business. Un errore che vediamo continuamente: pensare che visibilità significhi automaticamente vendite.
Ma attenzione e conversione sono due mondi diversi.
Ci sono aziende che macinano visualizzazioni, follower e like… e chiudono l’anno in perdita. E altre, apparentemente in ombra, che conquistano quote di mercato e aumentano i margini.
La differenza? La capacità di trasformare l’attenzione in azione e sapere quali dati guardare per capire se una strategia sta davvero funzionando.
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