Il 23enne di origine egiziana, Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, che la notte di Capodanno ha accoltellato 4 persone prima di essere ucciso da un carabiniere intervenuto sul posto nel tentativo di fermarlo, è stato ripreso da un testimone. È successo intorno alle 22:30 del 31 dicembre a Villa Verucchio, in provincia di Rimini. Il video in questione, diffuso dai carabinieri e depositato agli atti della Procura della Repubblica di Rimini, mostra il giovane mentre cammina per strada armato di un grande coltello e in uno stato di forte agitazione. Il filmato è stato girato poco prima dell’arrivo della pattuglia dell’Arma e dello scontro tra il giovane e i militari.
L’uomo avrebbe accoltellato senza apparente motivo un 18enne in modo grave, davanti a un distributore automatico di sigarette, per poi ferire altre tre persone, due anziani e una ragazza, scagliandosi successivamente contro i Carabinieri intervenuti sul posto che gli intimavano di fermarsi e gettare l’arma. Uno dei militari avrebbe esploso un colpo di avvertimento ma l’uomo avrebbe continuato ad avvicinarsi minaccioso. A quel punto il militare sarebbe stato costretto a sparargli, uccidendolo. Sul posto, poi, è giunto anche il magistrato di turno della Procura di Rimini, nel tentativo di fare chiarezza sulla dinamica della sparatoria e sul movente che ha spinto l’aggressione ad agire nella notte di Capodanno.
Sono 17 le persone arrestate nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Procura di Napoli che ha permesso di smantellare un'organizzazione criminale che pianificava e metteva a segno truffe ai danni di anziani. L'inchiesta è nata a Genova, dove i Carabinieri hanno scoperto gli autori di una delle truffe poste in essere dall'organizzazione, con base logistica a Napoli; da lì è stato possibile ricostruire complessivamente 33 truffe, di cui 27 consumate e 6 tentate, perpetrate tra maggio 2024 e gennaio 2025, con profitti illeciti ancora in corso di quantificazione ma che superano di gran lunga i 300mila euro.
Il modus operandi seguiva sempre lo stesso schema: le vittime venivano contattate telefonicamente da sedicenti carabinieri o avvocati, i quali riferivano che un parente dell'anziana vittima, di solito un figlio o un nipote, aveva provocato un incidente stradale con una persona gravemente ferita, spesso una donna incinta. A quel punto, approfittando dello stato di agitazione della vittima, i truffatori gli facevano credere che, per evitare l'arresto del proprio parente, sarebbe stato necessario pagare immediatamente una "cauzione" per risarcire il ferito, spingendo la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli custoditi in casa che, entro un breve lasso di tempo, un incaricato avrebbe ritirato. Per evitare che la vittima avesse ripensamenti o chiedesse aiuto, il "telefonista" continuava ininterrottamente a intrattenerla al telefono, rimarcando la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione, fino a quando il "trasfertista" prelevava i beni e si dileguava.
Siamo “nel mezzo dei negoziati di pace più intensi e mirati dall’inizio di questa guerra. Non stiamo parlando di una pausa o di una soluzione temporanea e incerta. Stiamo lavorando a stretto contatto con i partner per porre fine finalmente alla guerra russa contro l’Ucraina”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso al Parlamento dei Paesi Bassi, sottolineando che Kiev ha ancora bisogno "dello stesso forte sostegno politico" di cui gode dall'inizio del conflitto.
L'esercito degli Stati Uniti ha annunciato che la Joint Task Force Southern Spear ha condotto un attacco in acque internazionali contro tre imbarcazioni ritenute coinvolte in attività di narcotraffico nell'Oceano Pacifico orientale. Nell'attacco, fa sapere l'Us Southern Command in un post pubblicato su X, "sono morti 8 narcoterroristi, 3 sulla prima nave, 2 sulla seconda e 3 sulla terza". L'attacco è stato condotto "sotto la direzione del Segretario Pete Hegseth" e, si legge ancora nel post, "l'intelligence ha confermato che le imbarcazioni stavano transitando lungo note rotte del narcotraffico nel Pacifico orientale ed erano coinvolte in attività di narcotraffico".
Il salvataggio, ripreso dall'alto da un drone, di un escursionista rimasto bloccato nelle sabbie mobili lo scorso 7 dicembre nel parco nazionale di Arches nello Utah (Stati Uniti). L'uomo, la cui identità non è stata resa nota, stava attraversando un piccolo canyon nel secondo giorno di un trekking di 32 chilometri quando è sprofondato fino alla coscia. Incapace di liberarsi, l’escursionista ha attivato un dispositivo di emergenza satellitare e sono arrivati i soccorritori della contea di Grand. Attraverso la telecamera, si vede un ranger del parco che lancia una pala all'uomo, ma le sabbie mobili tornano a richiudersi non appena l'uomo cerca di scavare.
Così, la squadra di soccorso ha posizionato una scala e delle assi vicino all’escursionista e ha lavorato lentamente per liberargli la gamba. A quel punto l'escursionista era rimasto in piedi nel fango quasi gelido, con temperature tra i -6 e i -1 gradi Celsius, per un paio d’ore. I soccorritori lo hanno riscaldato finché non è riuscito a stare in piedi e poi a camminare. Successivamente ha ripreso la marcia da solo, portando persino il suo zaino.