Domani, sabato 5 ottobre, è prevista a Roma una manifestazione dei pro Palestina contro quanto sta accadendo in Medioriente. In tanti, tra centri sociali, femministe e attivisti lgbtq+ si mobiliteranno per protestare contro "il genocidio" che Tel Aviv starebbe commettendo nei confronti del popolo palestinese. Nonostante il corteo non sia stato autorizzando dal questore, sembra che la manifestazione si svolgerà comunque. "Non vogliamo vietare l'espressione del dissenso, ma dobbiamo impedire che manifestazioni di stampo antisemita, a forte rischio di infiltrazioni violente, mettano a rischio la sicurezza dei cittadini". Lo ha detto il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, in una intervista al Corriere della Sera.
"Il clima è pesante, l'osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori ha segnalato 456 episodi di antisemitismo da quando è esploso il conflitto", ha spiegato. "Nessuno pensa di vietare per sempre manifestazioni di contestazione delle politiche del governo di Israele - ha evidenziato - ma quella per il 7 ottobre sarebbe stata secondo quando ci risulta una manifestazione a forte rischio di infiltrazioni, pericolosa per l'ordine pubblico". Rispetto alla telefonata di ieri tra Meloni e Schlein "è positivo che il presidente del Consiglio mantenga un dialogo con la leader del primo partito dell'opposizione. Ma oggi ci sembra difficile anche capire quale sia la posizione del centrosinistra. È quella di Boldrini, di Fratoianni, di Conte, di chi mette sullo stesso piano l'invasione dell'Ucraina con il conflitto a Gaza con il conflitto a Gaza?", ha concluso.
Intanto a Roma la situazione sta degenerando. Bocche cucite e tanto nervosismo oggi al centro islamico Imam Mahdi della capitale dove è stata convocata una "giornata di lutto e preghiera" per la morte di Hassan Nasrallah capo politico e spirituale di Hezbollah ucciso dall'esercito israeliano. "Meloni ringraziò Hezbollah perché nella loro lotta di resistenza all'Isis riuscirono a far celebrare il Natale ai cristiani in Siria. Questo è solo uno dei motivi per cui siamo qui, ora andatevene. L'Imam non vi parlerà", ha spiegato frettolosamente uno dei fedeli italiani che ha risposto all'appello. "Io non sono nessuno - ha detto un ragazzo anche lui italiano - questa non è una preghiera".
Gli argentini per le strade di Buenos Aires continuano a piangere la morte di Papa Francesco, deceduto lunedì. Il papa argentino è morto all'età di 88 anni dopo che un ictus lo aveva mandato in coma e aveva causato un arresto cardiaco. Sabato i funerali a Roma.
"Ora, i critici hanno attaccato il mio presidente, il presidente Trump, per aver avviato una guerra commerciale nel tentativo di riportare i posti di lavoro del passato, ma nulla potrebbe essere più lontano dalla verità". Lo ha detto il vicepresidente americano Jd Vance, nel discorso pronunciato oggi a Jaipur durante la sua visita in India. Trump, ha aggiunto Vance "cerca di riequilibrare il commercio globale in modo che l'America, con amici come l'India, possa costruire un futuro degno di essere vissuto da tutti i nostri cittadini". Vance ha avuto colloqui con il primo ministro indiano Narendra Modi lunedì, mentre Nuova Delhi cerca di evitare i dazi americani, negoziando un accordo commerciale bilaterale con Washington e rafforzando i legami con l'amministrazione Trump.
Circa 250 vigili del fuoco cechi hanno lavorato per ore per contenere un enorme incendio scoppiato in una discarica a ovest di Praga. Quindici di loro hanno riportato ferite lievi. Il rogo è divampato in un sito di stoccaggio di rifiuti nella località di Rynholec lunedì 21 aprile, poco prima delle 19 e si presume ci vorranno giorni per spegnere completamente le fiamme. Ai residenti è stato consigliato di tenere le finestre chiuse. Il fumo denso prodotto dall'incendio è visibile da lontano, anche dalla capitale Praga.
Il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha ricordato Papa Francesco in un breve videomessaggio in cui ha sottolineato che "è un giorno di grande tristezza, al di là della religione, per tutti coloro che fanno dell'amore la loro professione di fede". "Francesco era il papa dell'accoglienza, ed è per questo che oggi ci siamo svegliati sentendoci un po' orfani del suo affetto", ha detto Lula che ha poi aggiunto: "Francesco era il Papa della pace, del dialogo, dell'unità e dell'amore per tutte le forme di vita. Ha ripetutamente messo in guardia dalla crisi climatica e dalle minacce di distruzione del pianeta, capolavoro della creazione divina”.“ Sebbene oggi sia un giorno di profondo dolore, ricorderemo sempre la gioia di Papa Francesco, il sorriso che illuminava tutto e tutti. Il suo entusiasmo per la vita, il suo buon umore, il suo ottimismo e la sua passione per il calcio. Qualità che lo hanno reso il più brasiliano degli argentini”, ha concluso il presidente brasiliano.