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Orazio Schillaci, l'impegno: "Crisi della medicina d'urgenza, serve un cambio culturale"

giovedì 5 settembre 2024
1' di lettura

"Quello della medicina d'urgenza e dei pronto soccorso è un problema che riguarda non solo il servizio sanitario nazionale. C'è proprio una crisi vocazionale dei giovani, non solo in Italia ma anche in altri Paesi d'Europa. Non viene proprio scelta questa specializzazione. Noi fin da subito abbiamo messo degli incentivi per chi la sceglie nel decreto bollette, abbiamo inserito il lavoro in pronto soccorso tra i lavori usuranti, siamo intervenuti sulla sicurezza per gli operatori sanitari, inasprendo le pene per chi li aggredisce. Ma è un problema culturale: bisogna capire che chi sta in camice bianco è lì per accudire le persone. Siamo in contatto con le associazioni di rappresentanza di medici e infermieri. Non basta inasprire le pene, bisogna ricostruire il rapporto tra medici e pazienti" così il Ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della conferenza in cui è stata presentata la campagna #NoiSalviamoVite per promuovere la medicina d'emergenza.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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Il modus operandi seguiva sempre lo stesso schema: le vittime venivano contattate telefonicamente da sedicenti carabinieri o avvocati, i quali riferivano che un parente dell'anziana vittima, di solito un figlio o un nipote, aveva provocato un incidente stradale con una persona gravemente ferita, spesso una donna incinta. A quel punto, approfittando dello stato di agitazione della vittima, i truffatori gli facevano credere che, per evitare l'arresto del proprio parente, sarebbe stato necessario pagare immediatamente una "cauzione" per risarcire il ferito, spingendo la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli custoditi in casa che, entro un breve lasso di tempo, un incaricato avrebbe ritirato. Per evitare che la vittima avesse ripensamenti o chiedesse aiuto, il "telefonista" continuava ininterrottamente a intrattenerla al telefono, rimarcando la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione, fino a quando il "trasfertista" prelevava i beni e si dileguava.

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