Hanno discusso di economia, immigrazione e politica estera, ma è stata una discussione sugli handicap del golf a suscitare alcuni dei commenti più accesi nel dibattito televisivo tra il presidente Joe Biden e l'ex presidente Donald Trump. Rispondendo a una domanda sulla sua forma fisica, Trump si è vantato di essere “in ottima forma” e di aver recentemente vinto due campionati in uno dei suoi campi da golf. "Per farlo, devi essere abbastanza intelligente ed essere in grado di colpire la palla da lontano".
Biden, ha detto, “non può colpire una palla per 50 iarde”. Biden ha poi pubblicizzato le sue abilità nel golf. "Quando ero vicepresidente ho ridotto il mio handicap a sei", ha detto Biden. Ha sfidato nuovamente Trump a una partita di golf, ma solo se il suo avversario portava lui stesso la borsa delle mazze, alludendo anche al peso del repubblicano. "Pensi di poterlo fare?", ha chiesto Biden. “Non comportiamoci come bambini”, ha detto Trump. “Sei un bambino”, ha ribattuto Biden.
"Penso che abbiamo fatto bene", ha commentato a botta calda il presidente, respingendo così le forti preoccupazioni emerse all'interno del Partito Democratico sulla sua performance nel dibattito tv. "E' difficile discutere con un bugiardo. Il New York Times ha sottolineato che ha mentito 26 volte", ha detto Biden che, secondo il pool, alla domanda se fosse malato ha risposto di avere mal di gola.
La verità è che strateghi ed elettori dem sono nel panico. La vicepresidente Kamala Harris, quasi a dare voce ai dubbi che iniziano a circolare negli ambienti sull'adeguatezza di un candidato cosi' attempato. "E' stato un inizio lento, questo è ovvio per tutti, non lo metto in dubbio", ha riconosciuto, "ma ha finito forte". Le ultime uscite internazionali, non ultimo il recente G7, hanno aumentato l'apprensione per la salute del candidato ottantunenne. Ai piani alti del partito c'è chi si chiede se non sia troppo tardi per un suo passo indietro. David Axelrod, l'uomo che fu dietro la vittoriosa campagna di Obama, "è stata la notte che ha confermato le paure della gente".
Il nome che circola con maggiore insistenza come papabile sostituto è quello del governatore cinquantaseienne della California, Gavin Newsom. La Cnn cita fonti interne al partito secondo le quali "abbiamo un problema." Il New York Times ha monitorato le reazioni su internet: "Sui social media, nelle chat e nelle e-mail, i sostenitori del presidente sono impazziti per la sua voce tremante, le sue risposte sconnesse e la sua apparente confusione durante alcune delle sue risposte". "Le preoccupazioni sull'età di Biden, che covavano da mesi, sono esplose all'attenzione del pubblico ancora prima che il dibattito finisse" scrive il più importante giornale progressista degli Usa.
La premier Giorgia Meloni in un videomessaggio ha ricordato Sergio Ramelli a 50 anni dalla sua scomparsa: "Ci tenevo moltissimo ad esserci in questo anniversario così importante. Siamo reduci da giorni intensi, nei quali la scomparsa del Santo Padre ci ha portato a riflettere su temi profondi: misericordia, perdono, pietas, provvidenza. Ed è terribilmente difficile accostare questi valori alla vicenda di Sergio Ramelli. Cinquant’anni fa si spegneva la sua giovanissima vita: una morte tanto brutale quanto assurda e forse, proprio per questo, divenuta un simbolo per generazioni di militanti di destra di tutta Italia. Cinquant’anni dopo siamo chiamati ad interrogarci su quello che ancora oggi ci può insegnare il suo sacrificio". E ancora: "Sergio era una persona libera, ma essere liberi in quei tempi duri comportava un’enorme dose di coraggio, che spesso sfociava nell’incoscienza, addirittura. Sergio amava l’Italia più di ogni altra cosa e aveva deciso di non tenerselo per sé, di dirlo al mondo, senza odio, arroganza o intolleranza. La sua storia ce l’ha raccontata chi lo ha conosciuto, chi ha condiviso con lui la militanza politica, chi ha sperato e pregato per quei terribili quarantasette giorni di agonia che Sergio potesse risvegliarsi, chi ha pianto quel 29 aprile in cui si è spento e nei giorni successivi quando persino celebrarne il funerale divenne un’impresa, chi ha ricercato incessantemente verità e giustizia, prima e durante il processo, chi in questi anni ha dedicato alla sua memoria una strada o un giardino e chi invece un libro, una canzone, un fumetto o uno spettacolo teatrale. E quella storia ce l’ha raccontata Anita, mamma Ramelli, che per quasi quarant’anni ha onorato il suo amato Sergio insegnando dignità e amore infinito".
Poi ha aggiunto: "Oggi, dopo cinquant’anni, quella memoria, che per troppo tempo è stata soltanto di una parte, inizia ad essere maggiormente condivisa, nel tentativo di ricucire una ferita profonda nella coscienza nazionale che deve accomunare in uno sforzo di verità e pacificazione tutte le vittime innocenti dell’odio e della violenza politica. Un mese e mezzo fa, nell’anniversario dell’aggressione, il Governo che mi onoro di guidare, in collaborazione con l’Istituto Poligrafico dello Stato e Poste Italiane, ha voluto dedicare un francobollo alla memoria di Sergio Ramelli. È stato per noi molto più che un gesto simbolico. Significa affermare che la sua vicenda, la sua vita e la sua morte, sono un pezzo di storia d’Italia con cui tutti quanti, a destra e a sinistra, dobbiamo imparare a fare i conti. Significa ricordare che la libertà non è mai scontata. Ai nostri figli dobbiamo raccontare che c’è stato un tempo in cui per le proprie idee si poteva essere costretti a cambiare scuola, quartiere, città. Si poteva essere minacciati, insultati, aggrediti. Si poteva persino perdere la vita, uccisi da carnefici che nemmeno ti conoscevano, in una spirale di odio cieco e violenza che si è trascinata per troppi anni".
Infine ha concluso: "Dobbiamo raccontarlo, non soltanto per ricordare chi ha pagato il prezzo più alto, ma per imparare a riconoscere subito i germi di quell’odio e di quella violenza, per neutralizzarli subito e impedire loro di generare nuove stagioni di dolore, perché insomma non accada mai più. Ancora oggi, a cinquant’anni dalla morte di Sergio Ramelli, c’è una minoranza rumorosa che crede che l’odio, la sopraffazione e la violenza siano strumenti legittimi attraverso cui affermare le proprie idee. Ai ragazzi che oggi hanno l’età in cui Sergio morì, che hanno spalancata davanti a sé la strada della propria vita, che vogliono dedicarla a ciò in cui credono, voglio dire: non fatevi ingannare da falsi profeti e da cattivi maestri. Coltivate la vostra libertà, non perdete il vostro sorriso, inseguite la bellezza, difendete le vostre idee con forza ma fatelo sempre e soprattutto con amore. Come faceva Sergio".
Botta e risposta tra la Cina e le Filippine su un territorio che entrambi i Paesi rivendicano nel Mar Cinese Meridionale. Manila ha risposto a Pechino dopo che sei filippini domenica sono sbarcati su un piccolo scoglio, Sandy Cay, in modo "illegale", secondo la guardia costiera cinese.
"Non c'è alcun fondamento di verità nell'affermazione della guardia costiera cinese secondo cui le Pagasa Cays sono state occupate“, ha dichiarato lunedì Jonathan Malaya, vicedirettore generale del Consiglio di sicurezza nazionale filippino, in una conferenza stampa. Recentemente erano state infatti pubblicate foto di agenti della guardia costiera cinese che espongono una bandiera cinese sullo stesso gruppo di banchi di sabbia.
Fonti filippine hanno affermato che una squadra congiunta della guardia costiera, della marina e della polizia marittima a bordo di gommoni era sbarcata domenica sui tre banchi di sabbia che compongono Sandy Cay. "Esortiamo la Repubblica Popolare Cinese e la guardia costiera cinese ad agire con moderazione e a non aumentare le tensioni", ha aggiunto Malaya.
La dichiarazione della guardia costiera cinese sul successivo sbarco filippino afferma che la Cina detiene "la sovranità indiscutibile" sulle Isole Spratly, compreso Tiexian Reef e le acque circostanti. Sandy Cay si trova vicino a un avamposto militare filippino sull'isola di Thitu, nota anche come Pagasa, che secondo quanto riferito Manila utilizza per monitorare i movimenti cinesi nella zona. Secondo quanto scrive Bbc, non ci sono segni che la Cina stia occupando in modo permanente l'isola di 200 metri quadrati e la guardia costiera avrebbe lasciato la zona.
"Il desiderio è di trovare una figura che abbia il coraggio di continuare l'opera di Francesco ma con la sua individualità. Non c'è bisogno che sia uguale a Francesco ma l'importante è non perdere il cammino che ha cominciato Francesco". È un auspicio di continuità quello del cardinale argentino e arcivescovo di Cordoba Angel Sixto Rossi al suo arrivo in Vaticano per la riunione di della congregazione generale dei cardinali. Nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023 scherza con la cronista che gli chiede come si senta in vista del suo primo conclave: "Paura", risponde ridendo. Tornando all'eredità del Pontefice argentino aggiunge: "Abbiamo bisogno di ciò che ci ha mostrato l'opera di Francesco. La misericordia, la vicinanza, la carità con le mani e la tenerezza. Sarà difficile trovare unità? No, perché ci sono cose grandi come l'amore e il Signore. E il popolo di Dio che è il motivo della nostra unità. Se sapremo oggi la data di inizio del conclave? Boh. Coraggio, pregate per noi".
La Corea del Nord ha confermato per la prima volta di aver schierato truppe a supporto della Russia nella guerra di Mosca contro l'Ucraina, in base al trattato di mutua difesa. Il dispiegamento delle truppe nordcoreane, ha riferito l'emittente statale nordcoreana KRT, è stato effettuato "su ordine" del leader nordcoreano Kim Jong-un, in conformità con il trattato di mutua difesa tra Pyongyang e Mosca, e aveva lo scopo di aiutare la Russia a riconquistare la regione di Kursk, che le forze ucraine avevano conquistato con un'incursione a sorpresa lo scorso anno. L'annuncio della Corea del Nord è arrivato due giorni dopo che la Russia ha dichiarato che le sue truppe hanno completamente recuperato la regione di Kursk. I funzionari ucraini hanno negato questa affermazione.