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Facci: con Berlusconi riappare anche Polito

Facci (visto da Benny) e Polito

La decisione di Silvio di scendere in campo fa riemergere anche giornalisti che hanno avuto nel Cav il loro spread

Lucia Esposito
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di Filippo Facci Col ritorno di Berlusconi c'è un'Italia che torna a sperare: quella dei giornalisti e delle copie dei loro quotidiani, tutta gente che negli ultimi anni ha avuto nel Cavaliere il proprio spread. Il primo effetto del grande ritorno è un editoriale di Antonio Polito (Corriere della Sera, ex Repubblica) che esorcizza il demone «berlusconiani contro antiberlusconiani» e subito dopo ne reinterpreta tutti i cliché. Polito scrive che: 1) Berlusconi rilegittima gli opposti estremismi e «quella parte dei Paese convinta che le cambiali si possono non pagare», gente che «rifà la conta dei voti che possono portare i soldi pubblici»; 2) Monti potrebbe ritirarsi (come fece De Gaulle, non come uno qualsiasi) o fare da garante per un governo di sinistra che avesse scarse credenzali in Europa; 3) Monti potrebbe anche candidarsi (com'è normale in democrazia, dettaglio) ma nella consapevolezza che «ha avuto più applausi all'estero che in patria» e che sì, «ha commesso errori», ma «la direzione di marcia era chiara e lo stile nuovo», e la sua Italia è sì «minoritaria», ma «di minoranze coraggiose c'è sempre bisogno». Ah, che meraviglia e che nostalgia: in un solo editoriale riecco il disprezzo per le becere maggioranze democratiche (di destra o di sinistra non importa) e tutto l'amore per le minoranze illuminate, migliori, finanziarie, esteròfile: insomma, riecco finalmente Repubblica. Ma sul Corriere.

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