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Onore al "gigante" Crosetto che lascia in diretta la Tv: c'è chi dice no

Filippo Facci visto da Vasinca

I giganti, quando se ne vanno, fanno più rumore: e il vulcanico deputato piemontese del Pdl è uno di loro

Andrea Tempestini
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  di Filippo Facci I giganti, quando se ne vanno, fanno più rumore. Guido Crosetto ieri mattina pareva abbacchiato sin dall'inizio, quando con lui a Omnibus (su La7) sedeva uno schieramento che sulla carta non gli era particolarmente ostile. C'erano l'onorevole Andrea Orlando e Federica Fantozzi (Pd, Unità) che solfeggiavano ancora inebriati dall'aura delle primarie, disponibilissimi a rendere l'onore delle armi a un nemico - il Pdl - che semplicemente non c'era, e però Crosetto doveva rappresentarlo; poi c'erano tre giornalisti di cosiddetta area (Franco Puca di Panorama, Adalberto Signore del Giornale e il sottoscritto) che tanto ellittici non lo sono mai stati. Ma non sono le opinioni ad aver piegato Crosetto: è stata una serafica elencazione di fatti enunciati en passant, senza cattiveria, dati giustamente per acquisiti. Le primarie? S'è visto. La riforma elettorale? S'è visto. Berlusconi invocato dalle folle? Non s'è visto. E le riforme mai fatte? E il cedimento a Monti? E il caso Sallusti? Fatti.                  Crosetto lascia lo studio Guarda il video su LiberoTV   Poi qualcuno ha detto che forse Berlusconi è semplicemente il problema del centrodestra italiano, punto e basta, altri hanno ricordato che mercoledì era previsto un vertice del Partito ma Berlusconi avrebbe preferito fare annunci da Bruno Vespa; poi c'è stato effettivamente il vertice del Partito (quelle delle bocche tappate alla fine) e però in tarda serata Berlusconi se n'è fottuto e ha fatto sparate concordate con nessuno: il Paese mi vuole, Monti è uno strozzino, fate largo.  Accadeva questo, mercoledì sera: intanto Crosetto stava guardando la Juventus alla tv e aveva già accettato l'invito a Omnibus. A dire che? A nome di chi? Per giustificare che cosa? In che modo? No, davvero, basta: «Non ce la faccio. A dire niente, non ce la faccio». Ha lasciato la trasmissione, sinceramente avvilito, la voce tremante. Non perché fosse fragile, il contrario: perché lo era stato per troppo tempo. Aveva deciso: che cosa? Qualsiasi cosa fosse, non era da annunciare a Omnibus, come non lo sarebbe stata da Vespa. Perché è proprio in televisione che tanti politici hanno perduto ogni dignità. E in televisione, ieri mattina, qualcuno l'ha ritrovata.  

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