Il ghota della magistratura milanese in mostra a Firenze
Pietro Forno, Lucia Tramontana, Armando Spataro: il Palazzo di Giustizia di Milano non è soltanto un luogo di indagini e dibattimenti
di Carlo Franza Qualche anno fa scrivevo in “Arte Service”, un settimanale d'arte che girava in edicola e diretto da Everardo Della Noce volto televisivo caro alla Borsa di Milano, un servizio sul Tribunale di Milano come luogo del diritto e della giustizia ma anche Museo tra i più importanti d'Italia arricchito durante il Fascismo da opere d'arte, affreschi, pitture, mosaici e sculture,di grandi e illustri artisti italiani da Sironi a Semeghini. In seguito anche l'Avvocato Armando Cillario, penalista di chiara fama, oggi novantenne,con la mia collaborazione, ha fatto affrescare da artisti contemporanei molte aule penali,tra questi i nomi di Salvatore Fiume, Ibrahim Kodra, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Gioxe De Micheli e altri ancora. Ma il Palazzo di Giustizia di Milano non è solo luogo di indagini, dibattimenti e sentenze, qui vivono e lavorano magistrati i cui nomi sono spesso sui giornali per motivi attinenti al loro mestiere. E taluni non hanno solo una solida attività e carriera alle spalle, ma oltre il lavoro di routine , scrivono, dipingono, fotografano. Ecco allora che abbiamo magistrati scrittori e saggisti come Armando Spataro Sostituto Procuratore, fotografi come Pietro Forno Procuratore Aggiunto e Lucia Tramontana Sostituto Procuratore e pittrice, per citarne alcuni. E questo non solo a Milano, che le procure in Italia sono piene di magistrati artisti e non da poco come Gianrico Carofiglio a Bari che ha appena pubblicato “ Il silenzio dell'onda” da Rizzoli . Ecco allora che Pietro Forno e Lucia Tramontana sono stati invitati nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze(Via Santa Caterina d'Alessandria 15) a tenere una mostra personale con le loro opere. Pietro Forno, piemontese, 66 anni, magistrato,Procuratore Aggiunto, vive e lavora a Milano. Ha tenuto mostre personali e collettive a Milano, Bari, Genova (in occasione del cinquecentenario della scoperta dell'America), Ballabio, ecc. Ha la passione per la natura, lo scialpinismo e la fotografia. Ha vinto il Premio della Arti Premio della Cultura edizione XXIV 2012 per la fotografia, al Circolo della Stampa di Milano. In mostra trenta fotografie che raccontano il mondo della natura e i mille particolari di essa. Ogni cosa nella fotografia di Pietro Forno è svelata dalla luce, e il mondo tutto nei suoi tre ordini, animale, vegetale e minerale, si porge in una pluralità di forme e figure grazie alla luce che svela, per cui ogni immagine fotografica per sua natura astratta, fa ritrovare, nel gesto di cosa si vuole catturare con l'occhio, un modo di guardare e osservare tutto ciò che ci circonda. Magistralmente, da anni, questo potenzialità del mito vive nell'interpretazione della polisemia dei simboli e nella tecnica del lavoro fotografico di Pietro Forno che conferisce ai suoi “prodotti” un valore magico. E' quanto si legge negli oggetti, nel paesaggio, nella natura fermata dal fotografo Pietro Forno, tanto che la sua fotografia tra realtà, astrazione e concetto vive tra emozioni e intelletto. Immagini di grande linguaggio dove ogni cosa catturata in un attimo trasfigura non solo la realtà e propone nuove identità visive, ma queste lasciano leggere anche la viva sensibilità interiore e la ricchezza di umanità del fotografo stesso . Ecco perchè Pietro Forno trasforma il suo apparecchio fotografico in un occhio meditativo, sviluppando non solo una straordinaria poesia dello sguardo, ma porgendosi narratore, come pochi, del mondo che il cuore suo ha scandagliato. Lucia Tramontana, magistrato, Sostituto Procuratore, è nata a Carate Brianza nel 1967. Ha sempre vissuto e lavorato a Milano, eccetto un breve periodo torinese. Coniugata, con quattro figli, dipinge da tempo. Ha esposto in collettive italiane (vedi Galleria San Carlo - Milano). Ha vinto il Premio della Arti Premio della Cultura edizione XXIV 2012 per la pittura, al Circolo della Stampa di Milano. Le opere di Lucia Tramontana vivono l'urgenza esistenziale innestata, da una parte, nella neofiguralità che va in una direzione più coloristica dovuta a un certo spirito espressionista, dall'altra cercano di esprimere entro un pauroso clima, quasi kafkiano, la drammatica situazione dell'uomo massificato e disumanizzato. In tal senso parlano per l'appunto quei volti, quegli urli e quelle tensive che si rivelano veri e propri capolavori, per aver raggiunto un singolare livello di profondità e di trascendenza nel presentare la situazione esistenziale dell'uomo di fronte a violenze e alienazioni. La sua è una neofigurazione che ha radici nell'espressionismo tedesco, ma vive poi in modo singolare in certo realismo naturalistico dove paesaggi e universi attraverso una pasta lievitante e dolcemente corrosa declinano grovigli di interventi pollockiani, un flusso di materia germinale, un polimorfo sensismo, una partecipazione alla sostanza viva, animata e perenne del mondo nella sua tattilità materica,un ritmo originario ed esistenziale che arriva a farsi anche urlo. Il colore materia è ricco di luminescenze scattanti in una calamitazione soggettiva di persistenze espressioniste, perchè Lucia Tramontana riconduce tutto ad una dimensione lirica che avvolge la sostanza segreta di cose, natura e persone; forsanche un ultimo romantico e disperato tentativo di salvataggio della visione naturale. Ecco perchè due mostre così non sono da lasciar passare inosservate, perchè oltre a campionare un lavoro magistrale, svelano in ambedue questi magistrati una toccante sensibilità umana.