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"Non ho mai visto la celere menare per prima"

"Ai cortei ci andavo pure io e degeneravano sempre per colpa di imbecilli"

Eliana Giusto
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  di Giampiero Mughini "Lo diceva uno che di baruffe se ne intendeva, il capo del bolscevismo russo, Vladimiro Ulianovic Lenin. Che quando scoppia una baruffa, è poi difficile distinguere tra chi ha colpito per primo e chi ha colpito invece per reagire  e difendersi". Giampiero Mughini, su Libero in edicola oggi, sabato 17 novembre, commenta gli scontri che sono avvenuti in diverse città italiane e parla della sua esperienza. Racconta Mughini che lui alla fine degli anni Sessanta ha partecipato a diverse manifestazioni e tutte le volte che queste degeneravano in scontri con le forze dell'ordine era per il solito gruppo di imbecilli. Scrive: "Una volta sono andato anch'io in uno di quei cortei con un casco in testa. Era l'autunno del 1970. Ci muovemmo a decine di migliaia dall'Università di Roma in direzione di Piazza Venezia. Decine e decine di migliaia. Ridenti, irridenti, le voci rauche nello scagliare slogan contro il mondo, i ragazzi con la mano nella mano della ragazza (la mia si chiamava Daniela, ed era sorella di un futuro terrorista). Arrivammo a Piazza Venezia senza che nessun poliziotto o altro ci disturbasse minimamente. Solo che a Piazza Venezia, di fronte all'imbocco di via del Corso, c'era un blocco della polizia. Lì non potevamo entrare. Niente di male, mi sembrava e mi sembra. Solo che una gang di militanti del Potere Operaio ci provò a colpi di bottiglie molotov e avvenne il finimondo. Cariche della polizia, lacrimogeni, noi che scappavamo terrorizzati da tutte le parti, io che mi perdetti Daniela e la sua mano. Succede. Era colpa della polizia? No, era colpa di quegli energumeni del Potere Operaio, alcuni dei quali brillarono successivamente negli agguati mortali del terrorismo rosso". Leggi l'articolo integrale su Libero in edicola oggi, sabato 17 novembre  

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