Monti si sveglia: ecco il piano neve
Una settimana dopo l'inizio dell'emergenza, anticipato il consiglio dei ministri: fine settimana drammatico, i ministri facciano di più
Tutti i ministri abili e arruolati per fronteggiare la nuova emergenza maltempo prevista per il prossimo fine settimana. Ma anche l'ipotesi di agire con un decreto legge per restituire poteri alla Protezione civile, molto limitata nella sua autonomia finanziaria dopo gli scandali sulla gestione dei grandi eventi da parte di Guido Bertolaso. Dopo cinque giorni di nevicate che hanno sommerso il Paese, a cominciare da Roma, Mario Monti si è svegliato. E ieri ha convocato un consiglio dei ministri ad hoc per discutere dell'emergenza maltempo che sta mettendo in ginocchio l'Italia. Prima del Cdm, però, il presidente del consiglio ha ricevuto a Palazzo Chigi il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli. E ha raccolto il suo sfogo. «Sono stato messo nell'occhio del ciclone, sono stato insultato a più riprese dal sindaco di Roma, ma è lui ad avere gravi responsabilità: noi lo avevamo avvisato per tempo della gravità della situazione, ma il sindaco ha rifiutato il nostro aiuto. E comunque la Protezione civile va rivista, perché così com'è non funziona», sono state le parole di Gabrielli davanti al premier. Il quale gli ha espresso tutta la sua solidarietà e garantito l'appoggio dell'esecutivo. Facendogli capire che, nel duello tra lui e Gianni Alemanno, il governo sta al fianco della struttura che dipende direttamente dalla presidenza del consiglio. «State operando bene e noi non vi lasceremo soli», ha detto Monti al prefetto, assicurando per i prossimi giorni la copertura economica necessaria a gestire l'emergenza. Mentre, ad altri interlocutori, il capo del governo ha fatto sapere di non aver affatto gradito lo scaricabarile mostrato da Alemanno dopo la nevicata a Roma. Poi, sulla base della relazione di Gabrielli, Monti ha informato il Cdm sulle misure adottate e quelle da prendere in vista del fine settimana. «Ora pensiamo all'emergenza e al maltempo in arrivo, ma subito dopo occorrerà aprire una riflessione sulla Protezione civile che, così com'è, non funziona», ha detto il premier ai ministri. Spiegando inoltre che occorre «rendere la struttura più snella ed efficace, anche dotandola delle risorse finanziarie per garantire la massima sicurezza ai cittadini». Poi Monti ha chiamato i ministri «ad assicurare un impegno più incisivo per i prossimi giorni». «Ora è tempo di rimboccarci le maniche e lavorare. Per le discussioni vedremo dopo», concorda il ministro Andrea Riccardi. Nelle intenzioni del governo quindi ci sarebbe quella restituire, con un decreto, l'autonomia di spesa sottratta al dipartimento. Della questione ne ha discusso Monti con lo stesso prefetto e con Anna Maria Cancellieri, Corrado Passera, Vittorio Grilli e il sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricalà. Un decreto da mettere a punto nelle prossime ore, che potrebbe vedere la luce già nel prossimo consiglio dei ministri, al ritorno da Monti dagli Stati Uniti. E che avrebbe il pieno sostegno di Pdl, Pd e Terzo polo. In pratica si andrebbe a modificare la legge 10 del 2011 che ha svuotato la Protezione civile, prevedendo che le risorse per le emergenze debbano avere il via libera dal ministero dell'Economia e della Corte dei Conti. Dai tre partiti che appoggiano l'esecutivo ieri sono giunti inviti in tal senso. «Serve una profonda riflessione per ripensare la struttura del dipartimento, perché comuni ed enti locali non possono essere lasciati soli nella gestione delle emergenze», ha detto il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «Occorre restituire efficacia e operatività alla Protezione civile», concorda Raffaella Mariani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente a Montecitorio. Mentre Renzo Lusetti dell'Udc punta il dito contro Silvio Berlusconi, «colpevole di aver demolito il dipartimento» e sostiene «la necessità di porre rimedio al più presto a questo scempio modificando la legge». Ma anche l'esecutivo, che domani sul maltempo riferirà alla Camera con il ministro Cancellieri, non è esente da critiche. Alcuni esponenti del Pdl, infatti, hanno sottolineato il ritardo con cui Palazzo Chigi si è mosso. E stigmatizzato il silenzio di Monti e soprattutto di Passera, responsabile delle Infrastrutture e Trasporti, di fronte al disastro. «Il governo è stato a guardare, lasciando da soli regioni e comuni a fronteggiare l'emergenza. Questa volta i professori hanno sbagliato e qualsiasi critica da parte loro sarebbe fuori luogo», spiegano da via dell'Umiltà. Ma nell'occhio del ciclone finisce anche l'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti. «Non deve assolutamente scendere il silenzio sul vero scandalo dell'emergenza neve: la fallimentare gestione del traffico ferroviario da parte di Trenitalia», attacca il pidiellino Maurizio Lupi. A cui fanno eco le parole di Andrea Ronchi: «Moretti spieghi i disservizi o si dimetta». di Gianluca Roselli