Si andrà in pensione sei anni dopo
Ecco cosa succederà alle pensioni dei lavoratori italiani con l'entrata in vigore delle misure contenute nella manovra Monti
Lo sapevano tutti che, per far cassa, non si poteva proprio fare a meno di intervenire sulle pensioni. E infatti la manovra-ter messa a punto dal governo Monti ha fatto del tema pensionistico un vero e proprio bottino. Per intenderci, un solo dato: quando la legislazione sulle pensioni sarà a regime, ovvero nel 2018, frutterà da sola alle casse dello stato circa 20 miliardi di euro. Allora, che una riforma delle pensioni fosse da fare, era chiaro anche alla precedente maggioranza - fatta eccezione per la Lega che però merita un discorso a parte.. Livellare il sistema pensionistico italiano con gli standard europei era riconosciuto necessario e doveroso anche dal passato governo. Il Pdl è dunque d'accordo con gli interventi studiati dall'Esecutivo tecnico di Monti? Non proprio. Ieri sera l'ex ministro del welfare, Maurizio Sacconi, rispondendo a Bruno Vespa, ha sottolineato che i provvedimenti sulle pensioni, così come partoriti, sono troppo pesanti: non tanto per l'obbiettivo finale, che è condiviso, ma per i tempi di realizzazione. Anticipare così drasticamente le nuove disposizioni rischia di mettere in seria difficoltà i cittadini che si trovano a fronteggiare, dall'oggi al domani, situazioni cui non sono preparti. Ma, dunque, cerchiamo di capire cosa materialmente succederà alle pensioni degli italiani. Cosa ci succederà? - La riforma sulle pensioni può essere riassunta in tre numeri: 42, 41, 66. Quarantadue (e un mese) sono gli anni minimi di contributi necessari per le pensioni di anzianità degli uomini a partire dal primo gennaio 2012. Quarantuno (e un mese)sono gli anni minimi di contributi necessari per le pensioni di anzianità delle donne a partire dal prossimo anno. Sessantasei anni. E' la nuova età di vecchiaia che sarà uguale per uomini e donne a partire dal 2018. Per gli uomini scatterà dall'anno prossimo. La pensione di vecchiaia si percepisce dopo venti anni di contributi. Dal 1° gennaio - Praticamente dal primo gennaio 2012 l'età di pensionamento delle donne viene alzata a 62 anni (63 e sei mesi per le autonome. L'equiparazione dell'età delle donne a quelle degli uomini (66 anni per i dipendenti e sei mesi in più per gli autonomi) avverrà nel 2018. E tra i 62 anni e i 70 cosa succederà? Vigerà il pensionamento flessibile, con l'applicazione dei relativi coefficienti di trasformazione calcolati fino a 70 anni. L'accesso anticipato alla pensione continua ad esser consentito, ma con un'anzianità di 42 anni e un mese per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne, requisiti anch'essi indicizzatialla longevità. Basta vantaggi o privilegi - Inoltre vengono aboliti i privilegi ancora esistenti, attraverso l'introduzione temporale di un costributo di solidarietà per i pensionati e gli attivi ancora avvantaggiati da precedenti regole di maggior favore, come i fondi speciali Inps, elettrici, telefonici, piloti, hostess. Infine nel caso di pensioni anticipate si prevedono penalizzazioni (2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni) sulla quota retributiva dell'iporto della pensione.