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Genova, la pioggia uccide sei donne

Le colpe del sindaco Pd e della protezione civile

Costanza Signorelli
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"Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni", poi "Qui non sei su Facebook , qui siamo nel tempo reale" e ancora "È offensiva e vergognosa la mancanza della benchè minima autocritica da parte del sindaco". L'acqua non cade più a Genova ma, al suo posto, piovono urla, insulti e polemiche al sindaco della città messa in ginocchio da un violento nubifragio che ha provocato sei vittime. All'indomani della tragedia è tempo di polemiche nel capoluogo ligure. Tutti contro il sindaco Marta Vincenzi. Perchè, secondo i genovesi, "si trattava di una catastrofe annunziata" e non riescono a perdonare al primo cittadino la leggerezza con cui è stata affrontata la situazione. Primo fra tutti la responsabilità di aver lasciato aperte scuole e uffici: e infatti due delle sei vittime - una mamma e una sorella - sono morte proprio perchè si stavano recando presso gli istituti scolastici a prendere i loro bimbi. Leggi l'articolo: Il sindaco si giustifica "Uno tsunami imprevedibile" Ma i dubbi e le responsabilità si estendono anche sulla protezione civile. Se le accuse mosse al sindaco sono per aver sottovalutato il pericolo, a maggior ragione ci si domanda dove fosse, in tutto questo, la protezione civile. Non ci voleva un indovino per capire che la zona era altamente a rischio. Eppure, nonostante quello che la scorsa settimana era accaduto alle Cinque Terre e in Lunigiana, il pericolo è stato sottovalutato. Leggi l'articolo: Genova quanto ci manca Bertolaso. La protezione civile dov'era?

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