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Cocktail di farmaci agli over 65 E' la quinta causa di morte

Una ricerca lancia l'allarme: poca attenzione alle terapie antitetiche, prescrizioni ingiustificate e scarsa preparazione

Giulio Bucchi
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Sono 14 milioni (25%) e nel 2040 supereranno il 30% della popolazione. Sono gli ultra 65enni che, secondo il ministero della Salute, compongono quasi il 40% dei ricoveri ospedalieri ordinari. Spesso con un quadro clinico che presenta più di una patologia (fra ipertensione, osteoporosi, polmonite, inefficienza cardiaca e altro) gli anziani sono pazienti complessi che richiedono una politerapia. Superano l'80% quelli che assumono contemporaneamente 5 o più farmaci che spesso sono incompatibili fra loro e generano effetti collaterali molto gravi. Lo dice lo Studio "Reposi", condotto dal 2008 su più di 3mila pazienti anziani di 70 reparti di Medicina Interna e Geriatria di tutta Italia e presentato a Roma al 112° congresso nazionale Simi. "Noi medici dobbiamo avere sempre più una visione a 360° del paziente che spesso è anziano e quindi presenta più patologie contemporaneamente  - sottolinea Francesco Violi, presidente Simi, direttore della I Clinica Medica al Policlinico Umberto I e professore ordinario di Medicina Interna all'Università La Sapienza -. Anche la nostra formazione universitaria andrebbe modificata – aggiunge Violi - per permetterci di avere un'impronta di tipo generalista". "Molte prescrizioni risultano ingiustificate nell'anziano e gli effetti collaterali delle terapie non appropriate sono la quinta causa più frequente di mortalità ospedaliera – spiega Pier Mannuccio Mannucci, professore ordinario dell'Università Statale di Milano e direttore scientifico della Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore della stessa città. "Per fare qualche esempio, negli anziani con la fibrillazione atriale (il 10%, 700-800 mila persone) per paura delle emorragie, non viene fatta la terapia anticoagulante che previene l'ictus". "I farmaci antiulcera – continua l'esperto - vengono spesso somministrati ad anziani che non ce l'hanno e che non ne avrebbero bisogno, solo perché sono adatti a proteggere lo stomaco dall'uso di altri farmaci, risultando inappropriati nel 30-40% dei casi". "Sono ormai urgenti dei protocolli ad hoc per questo tipo di paziente", conclude Mannucci. "Purtroppo nelle sperimentazioni cliniche i farmaci sono ancora testati soltanto su soggetti giovani, affetti quasi sempre da una sola malattia a carico di un unico organo e apparato, anche se poi si somministrano principalmente agli anziani con malattie multiple concomitanti, sui quali non è affatto dimostrato che siano altrettanto efficaci".

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