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Le amputano le mani

Operata un anno fa al San Gerardo di Monza, la prima donna in Italia con un trapianto bilaterale degli arti superiori recupera il 25% della motilità

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Quando 4 anni fa aveva dovuto subire l'amputazione delle mani e dei piedi, a causa di una grave infezione, forse non si immaginava che, dopo tre anni, sarebbe tornata a usare di nuovo gli arti superiori.  Invece Carla Mari non solo ha un paio di mani nuove, ma è diventata la prima donna in Italia ad averne subito un trapianto bilaterale. L'operazione è stata  effettuata la notte tra l'11 e il 12 ottobre dello scorso anno dal direttore della chirurgia plastica e ricostruttiva del San Gerardo di Monza. Oggi a 12 mesi di distanza dall'intervento i progressi fatti dalla donna, originaria della provincia di Varese, sono innumervoli. "Ogni giorno è una nuova conquista", ha dichiarato la signora, "ora riesco a sollevare piccoli pesi, afferro il telecomando, digito i numeri sul telefonino, riesco a pettinarmi e lavarmi da sola. La cosa più bella è riuscire a stringere la mano delle persone che incontro, perché quando avevo la protesi a pinza vedevo l'imbarazzo negli occhi della gente". Per registrare i progressivi miglioramenti è stata utilizzata la risonanza magnetica, esame che permette di localizzare la zona del cervello responsabile dell'esecuzione dei movimenti, e uno spazzolino con cui venivano strofinate le mani in modo da stimolarle. Dalle immagini è emerso che c'è stato un recupero del 25% della funzionalità delle mani, anche se in maniera non uniforme. Sembra, infatti, secondo quanto ha dichiarato Del Bene che "la mano destra sia più sensibile, mentre la sinistra abbia una migliore capacità di movimento". La tecnica utilizzata per l'intervento è stata l'iniezione di cellule stamonali prelevate dal midollo osseo della paziente. In questo modo si è cercato di evitare il rigetto e si è ridotto l'utilizzo di farmaci immunosoppressori. "Abbiamo iniettato", ha spiegato il primario, "le cellule staminali nelle ventiquattrore successive al trapianto e quindici giorni dopo abbiamo avuto dei risultati sorprendenti. Questo vuol dire che in futuro le possibilità di trapianto saranno estese a molte più persone.

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