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Il mondo del web e il 'bavaglio': Aigol parte all'attacco

Associazioni e blogger contro Agcom e Ddl. Azzali: "Sistema inadeguato". Vulpis: "Internet è un diritto fondamentale"

Giulio Bucchi
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Ad una settimana da quel  27 settembre in cui la Camera ha ripreso l'esame del disegno di legge Alfano sulle intercettazioni, la questione del comma 29 dell'articolo 1 del Ddl è ancora oggetto di travagliati dibattiti. Il comma recita: “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. Il testo in sé non rappresenta una novità, se ne parla già da un po' (un paio di anni circa), il problema è che la sua approvazione è in forte accellerata. La paura per tutti i blogger italiani è quella di essere eccessivamente vigilati, monitorati e indirettamente censurati, visto che nessuno di loro vorrebbe mai sborsare un euro in più per una dichiarazione pubblicata sul proprio diario online. Il panorama che si prospetta è davvero quello di una blogsfera omogenea dove non ci saranno più opinioni o prese di posizioni “contro” per paura di non intervenire in tempo (48 ore) dalla richiesta di rettifica dell'autorità? Dopo la manifestazione a Roma del 29 settembre, dove gli indignados hanno protestato contro il Ddl, è scesa in campo anche l'Associazione Italiana Giornali On-Line che già da qualche tempo combatte per una tutela equa dei diritti dei siti di informazione nostrani, per lo più indipendenti e fuori dai giri di potere. “Il problema è che i politici – spiega Marcel Vulpis presidente di Aigol - non riescono ancora a considerare internet come un diritto fondamentale per un sistema democratico basato sull'informazione. Spesso si pensa di poter limitare l'attività dei blogger controllando quello che viene prodotto sul web, senza considerare che mettere un bavaglio alla rete è impossibile visti gli innumerevoli modi di creare contenuto parallelo (Facebook, Twitter). La difficoltà degli organi di controllo di stare al passo con i cambiamenti del web si riflette anche nell'operato dell'autorità per eccellenza, quell'Agcom che da qualche mese sta consultando le associazioni di categoria per stilare delle linee guida in materia di tutela del diritto di autore telematico. Il problema, sempre secondo Aigol (ma non solo), è che i due organi non lavorando di concerto, arrivano a proporre testi a volte dissonanti tra di loro. In questo caso l'attenzione è posta sulla proposta dell'Agcom di introdurre di “notice and take-down” riguardo i siti web, con il quale si permette ad un soggetto di cui si ritiene sia stato violato il copyright, di agire direttamente, e comunque senza l'intermediazione necessaria di un'autorità legittima. “Pur nel ritenere utile l'introduzione di un meccanismo del genere – sottolinea Fabrizio Giorgio Azzali segretario generale di Aigol -  ci si trova di fronte ad un sistema inadeguato, che introduce figure di “sceriffi” che non hanno diritto a legiferare e comunque inadatte a quello spirito di trasparenza che il mondo internauta sempre più rivendica”. di Antonino Caffo

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