Da Balducci a Scajola: tutte le tappe
Breve ricostruzione dell'inchiesta sulla cricca dei Grandi Eventi che ha coinvolto anche l'ex procuratore di Roma Achille Toro
La prima ordinanza di custodia cautelare di questa vicenda risale al 10 febbraio 2010: esplose il caso per gli appalti del G8 e per icosiddetti Grandi Eventi. In carcere finirono il costruttore Diego Anemone e i funzionari pubblici Angelo Balducci, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis. Secondo il gip di Firenza costituivano un sistema "gelatinoso", una "cricca di banditi" che secondo l'accusa aveva influenzato alcuni dei maggiori appalti degli ultimi anni, dai mondiali di nuoto a Roma del 2009 al G8 della Maddalena, fino anche alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Achille Toro - L'inchiesta ebbe una eco mediatica ancora maggiore quando emerse l'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro: il fascicolo per competenza passò alla procura di Perugia. Dal capoluogo umbro, i pm ottennero una nuova misura cautelare per Anemone, Balducci, De Santis e Della Giovanpaola. L'indagine ruotava attorno al Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Le toghe sostengono che le intercettazioni dimostrino l'illecita aggiudicazione degli appalti da parte delle imprese di Anemone. Bertolaso e Scajola - Col passare delle settimane furono respinte le richieste di arresto per l'ex commissario dei mondiali di nuoto a Roma, Claudio Rinaldi, e per il commercialista Stefano Gazzani, nonché per l'architetto Angelo Zampolini. Il nome di Guido Bertolaso entra nell'indagine poiché secondo gli inquirenti avrebbe favorito Anemone in alcuni appalti in cambio di denaro e favori sessuali (il famoso caso del Salaria Sport Village). Ma nel caso-cricca ci è finito anche l'ex ministro Claudio Scajola, che si dimise dal dicastero anche se non ancora indagato per la questione della casa di via del Fagutale, in prossimità del Colosseo, che secondo gli inquirenti gli sarebbe stata parzialmente pagata da Anemone. Patteggiamenti - Il principale filone dell'inchiesta si è chiuso il 26 gennaio 2001: 22 indagati, a 15 dei quali fu contestata l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Il 5 maggio la procura ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per 19 indagati e 11 società. Tre indagati - Zampolini, Achille Toro e suo figlio - hanno chiesto di patteggiare.