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Ministro Maroni, ci scusi...

L'appunto di Filippo Facci. Dopo le minacce sul sito del sindacato di polizia, i politici reagiranno al troiaio istituzionale?

Andrea Tempestini
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Il sindacato di Polizia Coisp, a Ferragosto, ha fatto un comunicato che è stato notato solo da Dagospia. Siccome i giornali stavano pubblicando i prezzi stracciati del ristorante del Senato, il sindacato della Polizia (ripeto: della Polizia) quel giorno ha scritto così: «La misura è colma, poiché guadagnare 14mila euro e pagare un pranzo luculliano 8 euro prepara le rivolte del pane, accende gli animi, e legittima lo strepitus fori, nonché il disprezzo per la classe politica e per questo Governo... Viene voglia di venire sotto Montecitorio e spararvici all'interno i nuovi lacrimogeni in dotazione, così si coglierebbero due piccioni con una fava, ovvero si otterrebbe lo sgombero di certi ristoranti da politici mediocri e si testerebbero i nuovi lacrimogeni».  Ora: se ci limitassimo a dire che i politici dovrebbero davvero riflettere - perché hanno fatto incazzare pure i poliziotti, ormai - i cretini saremmo noi. Ergo, meglio essere chiari: questi qui - i poliziotti che hanno redatto il comunicato - dovrebbero stare in galera. Dovrebbero arrestarsi da soli, mettersi le manette. E di corsa. Non grideremo al golpe, non ricorderemo l'abc di una democrazia moderna, non dedicheremo alla faccenda più di questa rubrica: ma se non succede qualcosa, se i politici non reagiranno a questo autentico troiaio istituzionale, presto piangeranno tutti. Con o senza lacrimogeni. di Filippo Facci

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