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I violenti: scontri e cariche fuori dall'aula

Gli agenti costretti a contenere l'assalto delle rappresentanze sindacai mentre all'interno di Palazzo Madama si votava la manovra

Andrea Tempestini
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Ad avvelenare ulteriormente un'atmosfera già tesa ci hanno pensato i soliti violenti, che nel corso delle dichiarazioni di voto dei partiti sul testo della manovra, in corso al Senato, hanno dato vita a nuovi scontri fuori da Palazzo Madama. Circa cinquencento persone si sono avvicinate da piazza Navona, dove si svolgeva un presidio dei sindacati di base contro il pacchetto anti-crisi. La polizia è stata costretta a due cariche. La contestazione è stata poi contenuta dalle forze dell'ordine che presidiano il tratto di strada che a Roma collega corso Rinascimento a piazza Navona. Gli scontri - Già martedì in piazza Navona si era svolta una mobilitazione di alcune rappresentanze sindacali, quali Usb e Fds. Intorno alle 19 di mercoledì alcuni manifestanti hanno nuovamente cercato di avvicinarsi al Senato, forzando il blocco di transenne e polizie, lanciando bengala, mortaretti, fumogeni e inscenando una sassaiola contro le forze dell'ordine. Gli agenti sono stati così costretti alla carica: dopo pochi minuti la situazione pareva essere tornata sotto controllo. Ma l'accampamento montato in piazza Navona continua a muoversi: successivamente un gruppo si è spostato per raggiungere prima Palazzo Grazioli gridando "lavoro, lavoro" e "Silvio vattene", e poi la Camera, promettendo che "la battaglia continua". La condanna di Schifani - Nel corso delle votazioni, il presidente del Senato, Renato Schifani, ha interrotto la chiamata nominale dei senatori per gli scontri che stavano avvenendo al di fuori dell'aula. "Depreco in modo forte e convinto le violenze, un vulnus alla democrazia del Paese", ha commentato Schifani.

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