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Quel bagno proibito nel 2008

Nell'agosto di tre anni fa Fini fu multato per essersi calato con muta e bombole di ossigeno al largo di Giannutri, area interdetta

Giulio Bucchi
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Ripubblichiamo l'articolo di Tommaso Montesano apparso su Libero giovedì 28 agosto 2008. Un bagno vietato, con tanto di muta e bombole di ossigeno, in un'area protetta: la Costa dei Grottoni nell'isola di  Giannutri . E per giunta a bordo di un'imbarcazione dei Vigili del fuoco. È polemica sulla meta scelta da Gianfranco  Fini  per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza. Il presidente della Camera, denuncia Legambiente, ha praticato il suo hobby preferito, le immersioni subacquee, «in un'area interdetta», dove sono permesse solo attività «di carattere scientifico o per dirette esigenze dell'Ente Parco» dell'arcipelago toscano. E  Fini  fa subito mea culpa: si è trattato di una «colpevole leggerezza» dovuta alla mancata conoscenza dei «confini dell'area protetta», pensando che l'immersione «si svolgesse nell'area 2, dove sarebbe stata autorizzata». Il presidente della Camera pagherà una multa, che potrebbe arrivare fino a duemila euro. Alla denuncia, Legambiente ha allegato una ventina di fotografie scattate mentre gli ospiti a bordo dell'imbarcazione, tra cui si nota la compagna di  Fini , sono intenti ad indossare l'attrezzatura da sub. Per l'associazione ambientalista tutto è avvenuto nel pomeriggio di due giorni fa, quando alcuni soci hanno notato sia la «navigazione» che lo «stazionamento» dell'imbarcazione con a bordo  Fini  «in un'area interdetta dal decreto del presidente della Repubblica istitutivo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e dalla legge 394/91». Un'area, ricorda Legambiente, classificata come «zona di protezione speciale» anche dalle direttive europee. Da qui una lettera alla direzione del parco per sapere «se l'imbarcazione e i subacquei presenti in quel tratto iper-protetto di mare avessero il necessario nulla-osta del Parco, per quali attività di tipo scientifico e in base a quale progetto di ricerca approvato in precedenza dall'Ente Parco». In caso contrario, l'associazione chiede «quali eventuali iniziative siano state prese dal Parco per sanzionare l'imbarcazione e i sub». Critico Umberto Mazzantini, della sezione di Legambiente dell'arcipelago toscano: «Sono mesi che c'è una forte polemica sui parchi, definiti un poltronificio, ora abbiamo scoperto che sono anche una piscina per le alte cariche dello Stato». Tirato in ballo, Mario Tozzi, presidente del parco nazionale da cui dipende l'area al centro della polemica, nega di aver concesso qualsivoglia autorizzazione a  Fini : «Non ne ero a conoscenza, nessuno mi ha chiesto il permesso, tantomeno avrei potuto concederlo, perché in quel tratto di mare nessuno può fare il bagno, per non parlare delle immersioni subacquee». Al massimo, aggiunge Tozzi, l'Ente avrebbe potuto concedere a  Fini  il permesso di fare «un giro del parco», ma non certo nella zona 1, «una riserva integrale dove non ci si può neanche fare il bagno, figuriamoci immergersi con le bombole...». A  Fini , così, non resta che pagare la multa più alta tra quelle previste dal regolamento dell'Ente. «È la procedura che dobbiamo seguire», spiega Tozzi, «saranno valutati i materiali, tra cui le fotografie, e chiederò approfondimenti al Corpo forestale dello Stato». Il presidente della Camera non fa obiezioni. «Conveniamo con il presidente dell'Ente parco sul fatto che è inevitabile una sanzione amministrativa e sul dovere di pagarla», fa sapere il suo portavoce, Fabrizio Alfano. E dall'opposizione Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente ombra del Partito democratico, pur riconoscendo che «non è mai positivo quando le più alte cariche dello Stato aggirano le regole», apprezza «il fatto che  Fini  abbia subito riconosciuto l'errore e dichiarato di pagare la relativa multa». Non la pensa così il suo collega di partito Luca Sani, che chiede addirittura le «dimissioni di  Fini  da presidente della Camera». di Tommaso Montesano

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