E' morto il pensionato di Lodi dato alle fiamme nella sua Panda
L'omicida ha confessato: è Luca M., un 45enne pregiudicato con problemi psichici. Ha ucciso per tre canne da pesca
E' morto questa mattina dopo giorni di agonia Vito Napolitano, l'uomo di 64 anni che venerdì scorso è stato colpito alla testa e bruciato vivo all'interno della sua auto a Montanaso lombardo, provincia di Lodi. Il pensionato non ce l'ha fatta: troppo gravi le ferite alla testa e le ustioni di secondo e terzo grado su tutto il corpo. Se l'agonia del sessantaquattrenne è tristemente terminata, la buona notizia è che gli inquirenti hanno trovato il colpevole di questo delitto senza senso: infatti, dopo l'arresto di ieri, Luca M., 45 anni che soffre di problemi psichici, ha confessato le sue colpe. Secondo quanto trapelato dagli interrogatori, la lite tra i due uomini è scoppiata per un futile motivo: il possesso di tre canne da pesca. Movente - Secondo la ricostruzione fornita dal 45enne, venerdì scorso i due si sarebbero visti per pescare come ormai facevano da un anno. La vittima soffriva di una malattia degenerativa e il 45enne ha riferito che spesso lo aiutava a portare le attrezzature. Venerdì, dopo essersi incontrati e aver deciso di spostarsi nella roggia di Montaraso per pescare, Napolitano ha detto al 45enne che doveva ridargli le canne da pesca. "Ne hai tante - gli avrebbe risposto l'assassino - e poi mi avevi detto che me le regalavi". La discussione è proseguita anche sul luogo scelto per la pesca, dove i due sono venuti alle mani. "Non lo volevo uccidere - ha detto in lacrime il 45enne, assistito dall'avvocato Roberto Rota, durante l'interrogatorio di convalida del fermo - l'ho colpito al capo ma è stato un gesto istintivo perchè lui mi stava prendendo a gomitate. Ho reagito d'istinto: ho tirato giù il portellone del portabagagli e l'ho colpito al capo. Lui aveva una sigaretta in bocca che gli è caduta ed è finita su una giacca a vento che era nel bagagliaio. Poi sono andato via. Ma quando ho lasciato la macchina non c'erano le fiamme". Dal mozzicone di sigaretta si sarebbe quindi propagato l'incendio, risultato fatale a Napolitano. Precedenti – Non è la prima volta che Luca M. ha problemi con la giustizia. Nel 1984 è stato arrestato, dichiarato incapace di intendere e volere e condannato a 18 anni di ospedale psichiatrico giudiziario dopo che, all'età di 19 anni, ha assassinato a colpi di sgabello un'anziana di 88 anni a Casalmaggiore, provincia di Cremona: in quell'occasione a provocare la reazione del giovane era stato il rifiuto della donna a dargli dei soldi per andare alle giostre.