Terrorismo rosso a Roma, un arrestato
Fermato il telefonista della "Cellula di resistenza proletaria". Attentati negli ultimi due anni, alla ricerca di un contatto con le vecchie Br
Scattano le manette per Angelo Liberati, 27 anni, secondo la procura di Roma il telefonista della “Cellula di resistenza proletaria”, sigla della sinistra marxista-leninista che ha rivendicato dal 2007 all'aprile 2010 attentati (almeno 7) a sedi di partito e concessionarie di automobili compiuti con piccoli ordigni artigianali. Oggi i Ros e la Digos hanno incastrato l'autore delle chiamate per rivendicare le azioni, che erano contornate da inneggiamenti a terroristi rossi, allo studente greco Alexis Grigoropoulus morto in seguito a scontro con la polizia greca e a Stefano Cucchi. Gli inquirenti escludono contatti con i brigatisti, ma sottolineano che attraverso atti eclatanti la cupola cercava di trovare l'appoggio delle Br ancora in carcere. Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip del Tribunale di Roma, Rosalba Liso, a Liberati viene contestato il 280 bis, “atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”. L'arresto di Liberati è arrivato grazie ad una azione di indagine sul traffico telefonico e grazie ad immagini a circuito chiuso, riprese nei pressi di cabine pubbliche da cui partivano le telefonate. La formazione nella quale militava Liberati ha portato a termine diversi attentati, a partire da giugno del 2007 con l'invio di un pacco bomba al produttore cinematografico Pietro Valsecchi, fino al 20 gennaio scorso, quando fu colpita la sede dei carabinieri con un ordigno fatto da nove bombolette di gas da campeggio. In mezzo ci sono un attentato incendiario all'Ispettorato del Lavoro di via de Lollis (10 febbraio 2009), attentati contro un Circolo del Pd ed uno del Pdl (21 aprile 2009), spedizione di tre lettere minatorie indirizzate rispettivamente a Gianmarco Palmieri (presidente del VI Municipio, eletto nelle liste del Pd), Roberto Morassut (segretario regionale del Pd) e al giornalista Francesco Di Majo.