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Pomigliano. Sacconi veste i panni del mediatore. Ma i sindacati rifiutano

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Fismic, Uilm e Fim-Cisl. "A che serve? Abbiamo già firmato l'accordo. Ora sta a Fiat agire"

Roberto Amaglio
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Visto che del piano industriale della Fiat a Pomigliano e del relativo referendum tra i lavoratori si continua a parlare e a polemizzare, forse è il caso che pure il Governo intervenga per cercare almeno di agevolare i contatti tra i sindacati e i vertici aziendali del Lingotto. Deve essere stato questo l'obiettivo del ministro del lavoro Maurizio Sacconi che, nella giornata di venerdì, si è detto disponibile a coordinare un tavolo che coinvolga tutte le parti, comprese la Cgil e Fiom (le uniche sigle che non hanno firmato l'accordo con la Fiat). Tuttavia le buone intenzioni del ministro del Governo sono state rispedite al mittente dai rappresentanti della Fismic, della Uilm e pure della Fim-Cisl, tre delle quattro associazioni dei lavoratori che hanno detto sì alla proposta formulata da Marchionne. Mediazione – "Non ne abbiamo bisogno – ha detto all'Agi Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic –. Non capisco tra chi dovrebbe mediare e per cosa". "Tecnicamente abbiamo un accordo firmato da 4 organizzazioni su 5 e validato dalla maggioranza dei lavoratori. La Cgil non è d'accordo e non lo sarà mai. Visto che la mediazione va fatta tra le parti in disaccordo, non riesco a capire quale sia il fine di Sacconi". Ancora più diretto Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. "Sacconi non ha mediato prima; ora a che serve il suo intervento? Se il Governo aveva intenzione di dare una mano alle parti, lo avrebbe dovuto fare prima della firma tra noi e l'azienda. Ora la sua mediazione non è né gradita né opportuna. L'accordo è stato realizzato e c'è stato il referendum". Meno critico il segretario della Fim-Cisl Giuseppe Farina, il quale interpreta in modo diverso l'apertura del Ministro. "Quella di Sacconi è una offerta di disponibilità, più che una scelta di intervento. Credo infatti che il consenso attorno all'accordo sia ampio e che sia sufficiente per procedere sul progetto della Panda, senza altri passi". Fatti – Sindacati, quindi, già concentrati sul lato concreto dell'accordo: del referendum, insomma, si è già parlato abbastanza. Per Di Maulo ora si deve mettere in pratica il progetto. "La Fiat ha il dovere morale di procedere di fronte ai lavoratori che hanno approvato l'intesa - ha rimarcato Di Maulo -. La cosa più importante è dare una prospettiva di certezza ai lavoratori che aspettano una risposta definitiva e che non è giusto che rimangano in fibrillazione". I tempi sono maturi anche per la Uilm. "Incalzeremo la Fiat affinché si sieda con noi per stabilire il crono-programma degli investimenti e dell'avvio dell'impianto campano", ha detto Palombella. Secco e marcato anche il parere di Farina e della Fim-Cisl. “Riaprire la trattativa con la Fiat, come richiede la Fiom è impossibile. L'accordo c'è, ed è suggellato dal voto dei lavoratori. La discussione ora verterà su come attuarlo". A tal proposito, un incontro tra la casa motoristica italiana e le quattro sigle che hanno firmato l'accordo (Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl) dovrebbe avvenire già nel corso della prossima settimana.

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