Senza i giornalisti si vivrebbe forse meglio ma da bambini e adolescenti ci saremmo annoiati di più. Ad esempio, non avremmo letto “Viaggio al centro della Terra”, “Ventimila leghe sotto i mari”, “L’isola misteriosa” e “Michele Strogoff”. Il loro autore, Jules Verne, lavorò come giornalista per Musée des familles. Sempre in Francia, Antoine de Saint-Exupéry, aviatore e reporter di guerra per Paris-Soir, scrisse “Il Piccolo Principe” durante il suo esilio negli Stati Uniti.
Louisa May Alcott, prima di pubblicare “Piccole donne”, lavorò come corrispondente durante la Guerra Civile per il Commonwealth. Mark Twain, celebre per “Le avventure di Tom Sawyer” e “Le avventure di Huckleberry Finn”, iniziò la sua carriera come giornalista per il Territorial Enterprise in Nevada. Jack London, che non scrisse solo per i giovani ma al quale si devono classici come “Il richiamo della foresta”e “Zanna bianca”, fu inviato di guerra durante il conflitto russo-giapponese. In Scozia, J.M. Barrie, creatore di Peter Pan, lavorò come giornalista per il Nottingham Journal e il London St. James's Gazette.
La sua opera più celebre nacque dalle storie raccontate ai figli della famiglia Llewelyn Davies. Anche Roald Dahl, gallese, fu corrispondente di guerra prima di dedicarsi alla letteratura per l’infanzia con pietre miliari quali “La fabbrica di cioccolato” e “Il GGG”. Esperienze giornalistiche ebbero anche la svizzera Johanna Spyri, autrice del celebre “Heidi”, e l’ungherese Frencz Molnar, coi suoi “Ragazzi di Via Pál”.
Israele e Italia mostrano un aspetto decisivo del rapporto fra giornalismo e letteratura per l’infanzia. Cioè l’importanza dell’ideologia, di una visione del mondo da diffondere fra le giovani generazioni. Nello Stato ebraico, a parte David Grossman che, prima di affermarsi come romanziere e autore per ragazzi (“Itamar e il cacciatore di sogni”), lavorò come giornalista per Kol Israel, c’è soprattutto da citare Yehonathan Geffen. Nipote di Moshè Dayan, Geffen è l’autore dei testi dell’albun di canzoni “La sedicesima pecora” che per gli israeliani che oggi sono adulti è la colonna sonora della loro infanzia. Una via di mezzo fra lo Zecchino d’Oro e Gianni Rodari - anche lui giornalista (di Paese sera e l’Unità), iscritto al PCI dal 1° maggio 1944. Ma non sono solo i comunisti e i sionisti a essersi occupati di giovani lettori. L’Italia uscita dalla rivoluzione nazionale del Risorgimento ebbe Edmondo De Amicis, cronista de La Nazione, che pubblicò nel 1886 “Cuore”. E prima di lui Carlo Collodi, collaboratore di numerosi giornali toscani come Il Lampione, creò nel 1883 “Le avventure di Pinocchio”, inizialmente pubblicato a puntate sul Giornale per i bambini.