"Un saluto speciale che intende farvi sentire l'abbraccio della Chiesa e l'affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi". Sono emozionate le parole del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato uscente, nell'omelia della messa del secondo giorno dei Novendiali, rivolgendosi alle centinaia di migliaia di ragazzi presenti in Piazza San Pietro per il Giubileo degli Adolescenti. Un discorso importante, perché si tratta della prima omelia domenicale in Vaticano dopo la morte di Bergoglio, avvenuta lo scorso Lunedì dell'Angelo, a 7 giorni esatti dall'ultima apparizione pubblica del Pontefice in una piazza gremita, a Pasqua. E perché in qualche modo l'omelia di Parolin, uno dei "papabili" italiani e tra i favoriti per succedere a Francesco al Soglio pontificio, ha un valore politico proprio come il ricordo funebre letto dal cardinale decano Re poche ore fa, alle esequie del Santo Padre.
"La gioia pasquale, che ci sostiene nell'ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo. Venite da tante parti: da tutte le Diocesi d'Italia, dall'Europa, dagli Stati Uniti all'America Latina, dall'Africa all'Asia, dagli Emirati Arabi ... con voi è realmente presente il mondo intero!", sottolinea Parolin. Che poi invita il mondo a rendere concreta l'eredità di Bergoglio: "Il nostro affetto" per papa Francesco, "che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri".
Papa Francesco, l'omelia del cardinale Re: il testo integrale
Nel giorno dei funerali di Papa Francesco è stato il Decano del collegio cardinalizio, card. Giovanni Battista Re..."Siamo chiamati all'impegno di vivere le nostre relazioni non più secondo i criteri del calcolo o accecati dall'egoismo, ma aprendoci al dialogo con l'altro, accogliendo chi incontriamo lungo il cammino e perdonando le sue debolezze e i suoi errori", prosegue il cardinale Parolin. "Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell'odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco. La misericordia ci riporta al cuore della fede" e ci ricorda, ha aggiunto, "che non dobbiamo interpretare il nostro rapporto con Dio e il nostro essere Chiesa secondo categorie umane o mondane".
La buona notizia del Vangelo è anzitutto "la scoperta di essere amati da un Dio che ha viscere di compassione e di tenerezza per ciascuno di noi a prescindere dai nostri meriti". La misericordia "ci ricorda, inoltre, che la nostra vita è intessuta di misericordia: noi possiamo rialzarci dopo le nostre cadute e guardare al futuro solo se abbiamo qualcuno che ci ama senza limiti e ci perdona". Un messaggio universale che segna forse anche una indicazione per l'imminente Conclave che eleggerà il nuovo Papa. Non si sa ancora se il Pontefice, come Bergoglio, "verrà dalla fine del mondo" ma sicuramente non potrà non rappresentare una Chiesa "eurocentrica" e ripiegata su se stessa.
Conclave, il cardinale Tagle "fatto fuori" da questo video?
"Un tradimento degli insegnamenti cattolici". Scoppia un caso intorno al cardinale Luis Tagle a pochi giorni d...E dovrà soprattutto rinsaldare quella fede e quell'amore esplosi nel lutto per Francesco, come conferma l'enorme distesa di persone che oggi come ieri occupa Roma, da piazza San Pietro a via della Conciliazione, da piazza Pia a piazza Risorgimento. Migliaia di giovanissimi pellegrini, le previsioni erano di 120mila unità, da ogni parte del mondo e d'Italia stanno partecipando al Giubileo degli adolescenti e si trovano in zona per assistere alla celebrazione che chiude i tre giorni di eventi giubilari a loro dedicati e che hanno subito alcune modifiche, a cominciare dal rinvio della canonizzazione di Carlo Acutis, a causa della morte del Pontefice.