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Conclave, i segreti vaticani: l'eterno giallo della Sistina

Promesse, veti dei sovrani, tradimenti e misteri: quante sorprese dalla scelta del Papa
di Fabrizio Carcano lunedì 28 aprile 2025

4' di lettura

Intrighi, misteri, cospirazioni, complotti. E segreti. Destinati ad alimentare leggende tramandate nei secoli. Un giallo infinito, quasi millenario, quello del Conclave: l’assemblea più inaccessibile, impenetrabile, da oltre sette secoli. Con i suoi rituali rigidi, dogmatici, e quel suo alone di mistero che ha alimentato la fantasia di bestselleristi internazionali, da Robert Harris a Dan Brown, con relativi analoghi successi hollywoodiani. L’ultimo, recentissimo, dall’omonimo titolo Conclave. E anche questo imminente Conclave, a una settimana dalla sua apertura, ha già un suo primo giallo, della vigilia, relativo al numero dei partecipanti: si pensava fossero 135, ma la sala stampa vaticana ieri ha confermato la presenza anche del cardinale Angelo Becciu tra gli invitati alla Congregazione dei cardinali. E lo stesso porporato sardo ha confermato: «Non esiste alcun impedimento formale o giuridico alla mia presenza al Conclave tra gli elettori del nuovo Pontefice».

Sarà il primo giallo di queste settimane, l’ennesimo di una storia, quella della riunione dei cardinali per scegliere il successore al Soglio pontificio, risalente al XIII secolo. Con la vera nascita del Conclave tradizionale, figlio di uno stallo impensabile oggi, durato tre annidi scontri e divisioni tra fazioni interne alla Chiesa, incapace di scegliere la propria guida addirittura per mille giorni, 1006 per la precisione, dal 1268, dalla scomparsa di Clemente IV, fino al 1271.

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Non esisteva ancora la Santa Sede, si votava a Viterbo e per oltre tre anni i cardinali non trovarono un accordo, finendo per esasperare i nobili che a forza li rinchiusero in una sala del palazzo papale, arrivando addirittura a scoperchiare il tetto, per esporli al freddo, e a razionare il cibo, obbligandoli alla fine ad accordarsi sul nome di Gregorio X.

Fu proprio lui, stremato dall’infinita maratona elettorale, a scrivere le nuove regole ideando appunto il “Cum clave”, letteralmente sotto chiave, il rituale che prevede la clausura temporanea dei cardinali elettori fino alla scelta del nuovo Pontefice. Per incentivare i cardinali a trovare un accordo era previsto, nei primi secoli, che il cibo venisse loro razionato dopo la terza votazione nulla e che dormissero in scomodi giacigli.

Nei secoli il Conclave custodirà segreti spifferati poi all’esterno da gole profonde, rigorosamente anonime, alimentando appunto leggende. Come quelle sul leggendario Conclave del 1492, svoltosi in un anno che cambia la storia, a pochi giorni dalla partenza di Cristoforo Colombo da Palos verso la scoperta dei nuovi mondi.

In quel momento la Spagna, potenza dominante, impone la conferma di un suo cardinale, l’ambizioso Rodrigo De Borja, che nella “clausura” elettiva otterrà i voti decisivi, promettendo castelli, terre e titoli nobiliari, ai cardinali indecisi tra lui e il rivale Della Rovere: vincerà il Borgia e il resto è storia, e appunto leggenda, legata anche ai suoi figli Cesare e Lucrezia.

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Per secoli, naturalmente, le pressioni delle potenze europee, Spagna e Francia su tutte, hanno influenzato il voto. Adirittura i sovrani avevano persino un potere di veto, abolito solo nel 1904: appena un anno prima l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe aveva messo il veto all’elezione del cardinale Mariano Rampolla del Tindaro e al suo posto era stato eletto il patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto (Pio X).
Tra i misteri più recenti del Conclave c’è quello relativo alla presunta elezione, revocata o annullata, del cardinale genovese Giuseppe Siri: il 26 ottobre del 1958 dal comignolo della Sistina si levarono due fumate inizialmente bianche, poi scure, la prima al mattino, la seconda più intensa al pomeriggio.

Alle guardie svizzere sarebbe stato ordinato di schierarsi, per dare l’annuncio alla piazza e il nuovo Papa avrebbe assunto il nome di Gregorio XVII, poi la smentita fatta filtrare dalla Sistina. Si sarebbe trattato solo di un errore nell’inserimento delle diverse polveri combustibili con cui, da regolamento, i cardinali bruciano tutte le schede al termine della votazione. Alla fine la fumata bianca arrivò per il cardinale bergamasco Angelo Roncalli, diventato Giovanni XXIII, il Papa buono. Ma dietro alla presunta mancata elezione di Gregorio XVII fiorirono una serie di teorie di “sedivacantisti” su pressioni degli Stati dell’Europa orientale per arrivare all’annullamento del voto e di un’inchiesta addirittura del Fbi, con un dossier poi sparito nel nulla, su quanto accaduto nel segreto della Sistina.

Peraltro la stufa storica della Sistina più volte ha prodotto sbuffi difficili da interpretare, dal giallo all’azzurro, alimentando così altre leggende su ripensamenti o annullamenti delle votazioni. Per questo dal 2005 esiste anche una seconda stufa e in caso di fumata bianca si procede a far suonare le campane a festa. Prima di aprire i sigilli della Sistina, far uscire i cardinali e lasciare dentro i loro segreti e i loro accordi, destinati ad aleggiare per sempre sotto le volte affrescate dalla mano divina di Michelangelo, sotto al suo Giudizio universale.

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