Ma il Conclave è davvero guidato dallo Spirito Santo?

Per Ratzinger è Dio a ispirare gli uomini, ma la decisione cade sulle loro spalle. Una scelta errata può essere devastante
di Antonio Soccivenerdì 25 aprile 2025
Ma il Conclave è davvero guidato dallo Spirito Santo?
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L’elezione di un Papa è un evento che ha sempre incuriosito tutti, anche prima del film “Conclave”. L’opinione pubblica laica tende a vederlo come una vicenda di intrighi e segreti, ma non sa sottrarsi al fascino millenario dei riti della Chiesa. Oggi siamo alla vigilia di un vero Conclave e sui giornali imperversa il “toto Papa”. Ma c’è un aspetto che resta incompreso, pure da molti cattolici. La Chiesa cosa dice del Conclave? Quanta parte hanno le logiche politiche terrene e come entra in gioco Dio? (...) A chiarirlo, con la sua grande autorità, fu Joseph Ratzinger nel 1997, in un’intervista alla televisione bavarese. Gli fu chiesto - appunto - se fosse lo Spirito Santo il responsabile della scelta dei papi ed egli rispose testualmente: «Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto, da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto».

La risposta di Ratzinger sembra semplice, ma esprime concetti teologici profondi. Spiega che Dio rispetta sempre la nostra libertà, anche quella dei cardinali chiamati ad eleggere il Papa. L’uomo ai suoi occhi non è mai una marionetta di cui lui tira i fili. Ma è un figlio che sceglie liberamente. Questo significa che Dio è indifferente alle scelte del Conclave? Ovviamente no. Ci sono, ogni volta, nomi che sono nel cuore e nella mente di Dio e lo Spirito Santo illumina i cardinali che si pongono in ascolto della sua ispirazione. Però c’è pure chi persegue disegni suoi e logiche mondane. E può prevalere. Infatti la Chiesa chiede a tutti i cristiani di pregare perché gli elettori facciano la scelta giusta. Perché Dio vuole sempre “passare” attraverso gli uomini, attraverso il loro libero “sì” al disegno divino. Dunque ogni cardinale può accogliere l’ispirazione dello Spirito Santo o seguire altre logiche. Infatti possono essere eletti anche papi che non erano quelli giusti. Nella storia della Chiesa ne abbiamo avuti di tutti i tipi: ottimi, buoni, mediocri e pessimi. E, osservava Ratzinger, non si possono addebitare questi ultimi allo Spirito Santo. Quello che lo Spirito Santo garantisce- precisava ancora Ratzinger- è che, pure nel caso di Papi sbagliati, inadeguati o “indegni”, l’opera della salvezza «non possa essere totalmente rovinata»: infatti, anche nei periodi bui e tempestosi, il Capo della Chiesa resta Gesù Cristo e lui, alla fine, la guida al porto. Tuttavia non si può certo dire “un Papa vale l’altro”.

Sui cardinali grava un’enorme responsabilità perché eleggere un cattivo Pontefice può essere devastante, per la Chiesa e per il mondo, come dimostra la storia. Alcuni sono stati un vero flagello. Ma in cosa consiste l’ispirazione dello Spirito Santo per i cardinali? È qualcosa di vago? No. Nella Cappella Sistina essi devono chiedere di essere “illuminati” per comprendere chi può meglio difendere il Credo della Chiesa, la Chiesa stessa e annunciare Gesù Cristo salvezza del mondo. Questo è il criterio. Poi ogni Papa agisce con la sua sensibilità, ma nessun Papa è sulla Cattedra di Pietro per affermare sue opinioni personali. È lì per custodire il “depositum fidei” senza annacquamenti, opportunismi e senza trovate personalistiche. Lo chiarì, nell’omelia per l’insediamento sulla Cathedra romana, il 7 maggio 2005, proprio Benedetto XVI: «Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola.

Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo». Per questo i cristiani pregano che i cardinali si facciano ispirare dallo Spirito Santo e non da altre “voci”, che poi sono quelle delle ideologie dominanti. In un saggio del 1971, Ratzinger, riflettendo sul concetto di “potere” nei Padri della Chiesa, analizzava la mitologia pagana con il linguaggio di Origene e di S.Agostino e spiegava che «lo spazio occupato dall’aria» è «visto dai cristiani come plaga dei demoni (...), i demoni sono ciò che “si trova nell’aria”, la potenza anonima di un determinato clima spirituale, secondo il quale l’uomo si orienta e dal quale si lascia sopraffare».
Ma, aggiungeva Ratzinger, il testimone, il vero cristiano, «è colui che non si è orientato in conformità di queste potenze dell’opinione comune... ma le ha superate nella fede nella potenza più grande di Dio. La sua vittoria è la sofferenza, il dir di no alle potenze che determinano l’opinione pubblica».

Alla vigilia del Conclave queste “potenze” sono molto attive e fanno enormi pressioni. Sta ai cardinali decidere se obbedire a loro o ascoltare lo Spirito Santo.
Giovanni Paolo II, nella Costituzione Apostolica “Universi Dominici gregis” che regola il Conclave, scrive che nella Cappella Sistina, sotto il Giudizio Universale di Michelangelo, dove si vota, «tutto concorre ad alimentare la consapevolezza della presenza di Dio, al cui cospetto ciascuno dovrà presentarsi un giorno per essere giudicato». I cardinali sono avvisati: dovranno rendere conto a Dio anche del loro voto.