Papa Francesco, bara a passo d'uomo: accolta da poveri e bisognosi

di Nicoletta Orlandi Postivenerdì 25 aprile 2025
Papa Francesco, bara a passo d'uomo: accolta da poveri e bisognosi
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Non sentono la stanchezza, né il sole della primavera romana diventato all’improvviso troppo caldo. Da ieri, e per tutta la notte, una fiumana di persone sta percorrendo in silenzio il colonnato di Bernini per entrare a San Pietro e rendere omaggio a Francesco. E continuerà così fino a stasera alle 20 quando il cardinale Camerlengo Kevin Farrell celebrera l’Ordo exsequiarum Romani Pontificis, il rito della chiusura della bara. La fatica di una fila lunga (arrivata anche a 2 km) non spaventa chi sta raggiungendo il Vaticano solo per restare qualche secondo davanti al feretro del Santo Padre, per mandagli un bacio come ha fatto Giorgia Meloni, o per dedicargli una preghiera silenziosa.

C’è chi ha viaggiato ore in pullman o in treno, chi è arrivato da lontano, persino da oltre oceano spendendo anche mille euro per una stanza a Roma: alle 13 i ieri erano già più di 60mila le persone passate davanti alla salma di Papa Francesco, ma il numero, aggiornato di ora in ora, non racconta tutto. Perché ciò che sta accadendo a Roma in questi giorni è qualcosa di epocale. Pellegrini, religiosi, intere famiglie, si apprestano a partecipare a una cerimonia funebre che non ha precedenti, tanto per la portata spirituale quanto per l’imponente macchina organizzativa e logistica che la accompagna. Secondo le stime del ministro Musumeci, oltre un milione di persone arrivate da ogni parte del mondo transiterà in questi giorni, trasformando la Capitale in una comunità devozionale che rendendo omaggio a Francesco compie un atto di fede, offre un tributo civile, e soddisfa un bisogno umano di spiritualità. Sabato alle 10, poi, l’ultimo saluto al Pontefice si farà cerimonia: la Messa funebre, che vedrà la presenza di capi di Stato e delegazioni da tutto il mondo, segnerà il culmine della liturgia. Ma non sarà solo in piazza San Pietro che si consumerà il congedo. Decine di maxi schermi – installati lungo via della Conciliazione, a piazza Pia, piazza Risorgimento e altrove, se necessario – permetteranno anche a chi resta fuori dal cuore della celebrazione di assistervi.

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E poi, dopo l’altare, ci sarà la strada. Il corteo funebre che accompagnerà il feretro da San Pietro alla Basilica di Santa Maria Maggiore si muoverà a passo d’uomo, come ha specificato il portavoce vaticano Matteo Bruni, per consentire ai fedeli di accompagnarlo con lo sguardo e con il silenzio. Sei chilometri che saranno attraversati con la lentezza rituale delle processioni medievali, con la folla assiepata lungo le strade, nel cuore stesso della città. Il percorso è attualmente in fase di definizione, ma l’ipotesi principale prevede il passaggio lungo Corso Vittorio Emanuele, fino a piazza Venezia. Da lì, la processione funebre dovrebbe proseguire lungo i Fori Imperiali, passando di fronte al Colosseo, per poi imboccare via Labicana e successivamente via Merulana, con la sagoma della Basilica di San Giovanni sullo sfondo, fino a raggiungere la piazza antistante Santa Maria Maggiore. Lì, ad attendere il Papa ci sarà un gruppo di quei poveri che Francesco aveva nel cuore. La traslazione da San Pietro sarà seguita fino alla soglia della basilica mariana: la tumulazione nei pressi dell’Altare di San Francesco in una tomba che porterà solo l’iscrizione Franciscus, resterà un momento riservato.


Soltanto da domenica sarà possibile visitare la tomba. Anche in questo, Francesco ha scelto la via dell’umiltà: non le Grotte Vaticane, mala chiesa dove si fermava spesso a pregare prima e dopo i suoi viaggi apostolici. Un luogo aperto, accessibile, devoto alla Madre. Un luogo per tutti. Intorno, una città trasformata. Roma non è solo spettatrice: è corpo operativo, cuore pulsante di un sistema straordinario di accoglienza e sicurezza. La macchina organizzativa è partita a tamburo battente: alle 9 di ieri la Capitale aveva già accolto 114 pullman, entro oggi ne arriveranno 500, almeno stando al numero degli stalli prenotati. Quanto ai numeri delle forze in campo, ci saranno tremila volontari della Protezione civile, 55 squadre sanitarie, 11 postazioni mediche avanzate, potenziato il servizio di ambulanze con 52 mezzi in più, diverse migliaia di operatori delle forze dell’ordine a cui si aggiungono i vigili del fuoco. E poi la sicurezza, vista l’eccezionale concentrazione di persone semplici e potenti. Il Comando operativo interforze – il Covi – ha schierato persino un cacciatorpediniere della Marina al largo di Fiumicino, dotato del radar S1850M, capace di sorvegliare il cielo dell’Italia centrale fino a 400 chilometri. Lì, e nell’aria, Eurofighter pronti a decollare. Un “cupolone” invisibile e tecnologico sopra Roma, a protezione di un evento che è anche geopolitica, non solo fede. Non sono previste zone rosse, ma aree dove saranno estesi i controlli e le verifiche. La “no fly zone” nell’area del Vaticano e della Capitale ci sarà soltanto durante le esequie del Santo Padre. Oltre ai tiratori scelti schierati sui palazzi, ci saranno anche bazooka anti-drone: si tratta di una sorta di dissuasori che, in caso di avvistamento di droni non autorizzati, riescono a inibire le onde radio guidandoli così fino a farli atterrare. Chissà che cosa penserà Francesco da lassù di tutto questo. Piace pensare che starà sorridendo mentre scorre la fila dei pellegrini che stringono rosari e fotografie, che portano bambini e anziani per mano, che aspettano ore per un istante. Forse starà ancora pregando per il mondo che si trova ad affrontare sfide complesse, per i migranti che non ce l’hanno fatta, per gli ultimi della Terra. O forse starà semplicemente ascoltando il rumore di quei passi che, uno dopo l’altro, ancora una volta, lo stanno seguendo. E sarà felice.

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