"Io mi preparo a un Conclave più lungo, o perlomeno a un pre-Conclave più lungo": l'arcivescovo di Colonia, Rainer Maria Woelki, lo ha detto all'Ansa facendo un paragone con il Conclave precedente, quello che portò all'elezione di Bergoglio il 13 marzo 2013. "Adesso – ha spiegato Woelki – i cardinali dovranno innanzitutto avere del tempo per conoscersi fra loro. È importante che ognuno abbia la possibilità di dare il suo contributo, per far capire come la situazione della chiesa viene giudicata nei diversi continenti, quali sfide vi siano e quali requisiti debba avere il nuovo Papa. Credo, inoltre, che in una società controversa vengano proiettati anche modi di vedere controversi".
Secondo lui, inoltre, sarà "decisivo che si riconosca, sotto la guida dello Spirito Santo, il candidato che Dio ha individuato per poter portare avanti questo compito. Un Papa che abbia un cuore per la gente, un uomo della fede, un uomo della Chiesa. Che possa dare orientamento e che sappia tutelare il fondamento dell'unità della Chiesa".
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L'arcivescovo, in ogni caso, ha riconosciuto che "il Conclave è sempre difficile. Si tratta di scegliere il successore di San Pietro. Non di vedere cosa voglio io, cosa un singolo cardinale. Non si tratta di politica ecclesiastica o di politica del personale, o di far prevalere una corrente, che sia conservatrice o progressista. Né di stabilire a priori che un conservatore sia di per sé un cattivo Papa, o che se arriva un progressista sarà considerato male dagli altri e porterà il caos. Deve essere identificato quello che vuole Cristo e bisogna fare di tutto perché assomigli a lui".
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