"Fino a pochi giorni fa il Santo Padre trascinava il suo corpo a Regina Coeli, per urlare al mondo, con tutta la sua forza, la necessità di prestare attenzione ai detenuti. Gli ultimi suoi averi li ha donati a loro, 200mila euro dal suo conto personale. Nonostante il suo enorme impegno, le istituzioni non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale. Il mio bilancio non è positivo".
In un'intervista rilasciata a Repubblica, Monsignor Benoni Ambarus - delegato del Vaticano alle carceri - ha raccontato il suo rapporto di Papa Francesco con i detenuti: "Pochi giorni fa era a Regina Coeli. Ricordo un uomo stanco, che si trascinava, ma urlava con la sua presenza il bisogno di attenzione ai detenuti. Si è trascinato per loro, fino all’ultimo respiro. Per questo i carcerati in lui vedevano la speranza. Per loro è morto un padre, è il senso della lettera che mi hanno affidato".
Poi, l'ultimo grande gesto del Pontefice, lontano dai riflettori. "Quando ho chiesto un contributo, mi ha detto che le finanze erano terminate. Poi ha aggiunto: 'Non preoccuparti, ho qualcosa nel mio conto'. Ha inviato 200mila euro di tasca sua. Ora, con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto se stesso agli ultimi".