"Pietro il romano": la profezia su chi sarà Papa

L'elenco di Malachia: al numero 112 il Papa è descritto con il motto “Petrus Romanus”, guiderà la Chiesa durante un periodo di grandi tribolazioni
di Roberto Tortoramercoledì 23 aprile 2025
"Pietro il romano": la profezia su chi sarà Papa
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Ora che Jorge Bergoglio ha lasciato questa Terra, emergono le teorie dei più superstiziosi che, nel guardare già al prossimo Pontefice, temono chissà quali sventure. In particolare, ci si rifà alle profezie dell’Arcivescovo irlandese del XII secolo, San Malachia, ma anche a quelle dell’indovino francese del 1500, Nostradamus. Entrambi hanno previsto l’elezione di un papa romano, dopo la scomparsa di quello precedente “molto anziano”. Quest’ultimo, in una raccolta da lui pubblicata nel 1555 vaticina che “per la morte di un Pontefice molto vecchio sarà eletto un romano di buona età. Di lui si dirà che indebolisce la sua sede ma a lungo siederà e in attività mordace”. 

Malachia, invece, avrebbe avuto l’illuminazione durante un viaggio a Roma nel 1139, scrivendo un elenco di papi accompagnati da un motto descrittivo. Consegnato a Papa Innocenzo II e dimenticato negli archivi vaticani per secoli, l’elenco fu reso noto nel 1595 a opera del monaco benedettino Arnold de Wyon. Al numero 112 il Papa è descritto con il motto “Petrus Romanus”, il quale, secondo l’interpretazione più diffusa, guiderà la Chiesa durante un periodo di grandi tribolazioni prima della sua rovina definitiva. Così, i “papabili” di queste profezie potrebbero essere il cardinale Pietro Parolin, al quale potrebbe riferirsi il Petrus di Malachia, e del cardinale romano di Trastevere Matteo Zuppi che evoca invece il vaticinio di Nostradamus. Parolin ha una lunga esperienza diplomatica, è conoscitore di tutti i dossier vaticani, dalle relazioni con la Cina alle mediazioni nei conflitti internazionali e come Segretario di Stato ha avuto modo di conoscere personalmente tutti i Cardinali.

Zuppi, invece, è il Presidente della Conferenza Episcopale ed è uno dei protagonisti dell’ala più progressista del Collegio Cardinalizio. Fautore della Chiesa sinodale, più inclusiva e aperta al nuovo. L’eventuale divisione sui loro nomi può favorire la convergenza su un terzo, che sia africano oppure asiatico. Rientra nel lotto anche cardinal Pierbattista Pizzaballa, che ha Pietro nel nome ed è in età giovane, anche se è di origini bergamasche. È, però, nato nel giorno della scomparsa del Pontefice, cioè il 21 aprile, che corrisponde anche alla data di fondazione della città di Roma. Chi avrà ragione, San Malachia o Nostradamus?