"Il Papa è morto prima". Riecco i complottisti

di Tommaso Montesanomercoledì 23 aprile 2025
"Il Papa è morto prima". Riecco i complottisti
3' di lettura

Qual è il colmo per un sito che si diverte a smascherare i “complottisti”? Essere il capofila dei complottisti subito dopo la morte del Papa. Curioso destino, quello di Dagospia, che ieri ha sparato un “dagoreport” - una sorta di dispaccio riservato- con «l’ultimo segreto di Bergoglio». Ovvero: quando è morto davvero Francesco? Tutto si basa sull’analisi della foto diffusa dalla Santa Sede della salma del Santo Padre. «Si nota una macchia scura sul volto del Pontefice. Sangue rappreso? Un livido? Difficile che sia dovuta a un trauma: ci sarebbero segni evidenti sulla cute. Più probabile, secondo fonti mediche autorevoli interpellate da Dagospia, che la macchia scura possa essere una raccolta di sangue ipostatica, come accade nelle persone morte già da alcune ore».

Tanto basta per anticipare il giorno della morte del Papa dalla Pasquetta alla Pasqua. «I vertici della Chiesa potrebbero aver comprensibilmente deciso di “posticipare” la data della morte del Santo Padre, per evitare di connotare la Pasqua, che celebra il passaggio di Gesù dalla morte alla resurrezione, con un evento luttuoso e drammatico». Accorgimento, si affretta a notare il report, che tuttavia «nulla toglie alla forza dell’esempio di Papa Francesco». Vivaddio. Quello di Dagospia è solo uno dei tanti richiami al complottismo che sui social trovano spazio in queste ore.

Una menzione speciale la merita Fabrizio Corona, secondo cui Bergoglio sarebbe morto da tempo. Così lunedì su Instagram il paparazzo si è preso la sua rivincita: «Oggi alle 7,30 del mattino è stata annunciata la morte di Papa Francesco. Proprio oggi. Il giorno dopo la Resurrezione. Il giorno in cui si celebra la vita che vince la morte. Ma qui la morte è arrivata puntuale, precisa, rituale quasi. Poi ci diranno che è solo una coincidenza». Un post che ha scatenato una valanga di reazioni all’indirizzo di Corona tutt’altro che piacevoli. «Poteva essere una buona occasione per tacere ma... no, persa anche questa volta». E ancora: «A Corona damme 6 numeri che me gioco l’altri 84». Poi c’è chi si è divertito a guardare le date dei decessi di altri papi per arrivare alla conclusione, chissà perché, che sta per scoppiare una nuova guerra mondiale. E questo perché in due occasioni dopo la morte del Santo Padre si è arrivati al conflitto globale. Nello specifico: dopo il decesso di Pio X, avvenuto il 20 agosto 1914, è scoppiata la Prima guerra mondiale, mentre dopo la morte di Pio XI, datata 10 febbraio 1939, è arrivata la Seconda. Obiezione: tutte le altre volte che un Pontefice è spirato, però, non è successo alcunché. Si dirà: stavolta i venti di guerra soffiano impetuosi dall’Ucraina al Medio Oriente - ma quand’è che sulla scena internazionale non si sono registrate tensioni?

Nel fantastico mondo dei complottisti c’è spazio per tutti. Basta dare un’occhiata ai social. «Caso strano, il Papa è morto a poche ora dalla visita del vicepresidente americano». Va a finire che è colpa di Donald Trump, insomma. Per non parlare di chi si affida alla cabala. Se Bergoglio è morto il 21 aprile, il Natale di Roma, questo sicuramente significa sciagure per la Città Eterna. Il sindaco Roberto Gualtieri, mai così attivo sui social per provare a recuperare consensi in vista delle Comunali del 2026, è autorizzato agli scongiuri. E potevano mai mancare le profezie? Nelle quartine di Nostradamus, a posteriori, ognuno può trovarci quello che vuole. E allora perché non provarci con Papa Francesco? Spulcia spulcia, ecco che arriva il testo che potrebbe fare al caso nostro: «Perla morte di un Pontefice molto vecchio/ sarà eletto un romano di buona età/ Di lui si dirà che indebolisce la sua sede/ ma a lungo siederà e in attività mordace». Laddove il Pontefice «molto vecchio» per il popolo del web altro non è che Bergoglio. Ma certo non è così raro che un Papa termini il suo mandato terreno in tarda età. E San Malachia? Qui dipende se Francesco è il 111esimo o il 112esimo Pontefice descritto nei motti in latino del vescovo irlandese (il dibattito è aperto). Se fosse l’ultimo, lo scenario che ci aspetta sarebbe questo: «Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge tra molte tribolazioni. Passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta e il Giudice tremendo giudicherà il suo popolo. Fine». E sempre al destino di Roma si torna.