Si dice indignato Luca Zaia. Il presidente della Regione Veneto ha voluto commentare l'orrore di Massimiliano Mulas, 45enne finito in arresto a Venezia con l’accusa di aver stuprato, nell’androne di un condominio di Mestre, una ragazzina di 11 anni. La piccola è l’ultima di una serie di vittime di cui c’è traccia nelle carte della giustizia italiana a partire almeno dal 2002. "Con le dinamiche del caso che sembrano ben delineate, di fronte a quanto avvenuto la sera di giovedì scorso a Mestre non può che esserci spazio per una grande indignazione oltre che per una profonda riflessione da cui tutta la società non si può esimere - ha tuonato il leghista -. Come è possibile, infatti, che un individuo con precedenti specifici da far rabbrividire possa proseguire a macchiarsi di uno dei peggiori crimini concepibili, pedinando, braccando e violentando una ragazzina". Un implicito attacco alle scelte della magistratura.
E ancora: "Come può continuare a reiterare uno dei comportamenti criminali tra i più odiosi, agevolato dall'essere privo di qualsiasi strumento di controllo? Se fino ad oggi, dopo i gravi episodi che gli vengono attribuiti in passato, ha riacquistato la libertà di tornare a delinquere, questa nuova azione richiede uno stop definitivo; chi compie simili azioni criminali deve scontare una pena adeguatamente dura ed essere messo nelle condizioni di non reiterare reati così gravi". Zaia ha voluto esprimere "tutta la solidarietà possibile alla bambina e ai suoi familiari. Aggiungo la mia vicinanza e anche un sentimento d’ammirazione per essere riuscita in una simile situazione ad avere la capacità di allertare un’amica. Un ringraziamento va anche ai Carabinieri che hanno tempestivamente catturato l’accusato, dimostrando come tutte le Forze dell’ordine siano un costante presidio di legalità e professionalità, anche fuori servizio".
Mulas ha compiuto la violenza seguendo prima la sua vittima. Quest'ultima, verso le 18 di giovedì 10 aprile, ha notato che qualcuno la seguiva una volta uscita dalla palestra. A quel punto ha deciso di chiamare al cellulare un’amica. La giovanissima ha poi aperto il portone di casa. È lì che il 45enne ha agito bloccandola nell’androne. Ma la chiamata era ancora attiva e l’amica ha sentito tutto. Come lei anche un condomino che è riuscito a intervenire. E poco più di tre ore dopo l'aggressore, che nel frattempo era fuggito, è stato individuato e arrestato.