Don Ezio Segat è uno di quei parroci di provincia concreti e che badano al sodo. Fa il sacerdote a Fontanelle, in provincia di Treviso, e in questi giorni ha fatto una scelta importante: ha deciso di mettere in vendita una chiesetta, un edificio che tecnicamente è classificato come “sala adibita a luogo di culto”, nel centro della sua cittadina di 5.600 anime, perché di fedeli, lì dentro, se ne vedono sempre meno epperò di spese ne arrivano sempre di più. Costi di manutenzione, bollette: anche tenere aperti i centri ecclesiastici costa.
«Il mondo cambia, bisogna adeguarsi», dice don Ezio: quella è una cappella «costruita cinquant’anni fa, quando c’erano tanti bambini nella zona e tanti anziani la frequentavano quotidianamente. Nell’ultimo periodo l’abbiamo tenuta aperta per tre messi settimanali del mattino e per la celebrazione serale della domenica, ma di residenti ne sono venuti comunque pochi e chi partecipava alle funzioni era per lo più di fuori».
Sul fronte giovani, poi, un disastro: «Piangere per i ricordi del passato non porta a costruire il futuro. Per cui siamo costretti ad adeguarci alla realtà», continua il religioso che ha già incamerato due offerte e, soprattutto, il via libera della diocesi senza il quale, ovviamente, non avrebbe potuto varcare la soglia di alcuna agenzia immobiliare. Il prezzo dell’edificio resta, al momento, segreto, ma l’affare è di quelli pubblici: oltre allo stabile c’è anche un appezzamento di terreno adiacente che è adibito ad area verde e sul nuovo uso don Ezio ha le idee chiare. Vigileremo affinché non diventi un luogo dopo adatto. Una discoteca, insomma, proprio no, ma se qualcuno vorrà costruire degli appartamenti per le famiglie l’idea non ci dispiace».
Quella di Fontanelle è una storia particolare (tra l’altro i proventi dell’operazione serviranno pure per il restauro di un’altra chiesa monumentale del XVIII secolo), ma non è l’unica. Chiese (sconsacrate), tempi (non più in uso), santuari (abbandonati), (ex) canoniche: di annunci per dar loro una nuova vita, su internet, ce ne sono a centinaia. Qui la curia (e la crisi della fede) c’entra poco: si tratta quasi sempre di immobili privati a ogni effetto, magari immersi nel verde, magari da ristrutturare da capo a piedi, spesso con una storia secolare alle spalle e, di certo, coi contorni di un investimento fuori dal comune.
Chi li acquista lo fa per trasformali in abitazioni o in laboratori (lo spazio, quello, manca mai), oppure ancora in hotel e strutture per la ricezione turistica. Sul portale Immobiliare.it c’è la chiesetta, 82 metri quadrati, di San Pietro in Cariano (in provincia di Verona), con la sua «architettura autentica», il rosone sopra la porta d’ingresso e l’abside a vista: perfetta per «una location esclusiva, uno studio creativo, uno show-room, un bistrot di charme o una residenza artistica». Il prezzo è su richiesta. Sullo stesso sito, però, è disponibile anche l’ex chiesa sconsacrata con canonica e area esterna di Ponte dell’Olio (Piacenza): qui la trattativa si aggira intorno ai 55mila euro, ma il lotto conta addirittura 860 metri quadrati e ha, al suo interno, pure l’accesso al campanile. Sulla pagina web di Studio Fori real estate (che è una società specializzata in consulenza su immobili di prestigio) è aperta la trattativa riservata per una chiesa sconsacrata nel rione Ponte di Roma (anno di costruzione: 1200; metri quadrati: 300) che, nel corso del tempo, è stata adibita in parte ad abitazione e in parte persino a cinema e, successivamente a ristorante e teatro. Sulla piattaforma online di Casa.it sono presenti sia un’asta (parte da 29.853 euro) per un’ex perizia, un palazzetto padronale e una chiesetta sconsacrata a Remedello, nel Bresciano, sia la vendita (costo: 185mila euro) di una chiesa sconsacrata del periodo rinascimentale a Bassano Del Grappa, Vicenza, col tanto di campanile in mattoni rosso, sviluppata di tre livelli e con un ampio parcheggio fronte strada. Si tratta appena di qualche esempio.
Piccoli borghi da pieve di una volta e grandi metropoli, importi tutto sommato contenuti ed esborsi assai più significativi: a saper spulciare ce n’è per qualsiasi tasca. E anche per qualsiasi gusto: soffitti a volta, affreschi, colonne e vetrate, ambienti aperti (in stile loft), edifici storici, dettagli architettonici che (siamo onesti) difficilmente è possibile rintracciare altrove. Sì, è vero: sai-che-c’è-mi-compro-una-chiesetta non è una frase che si sente spesso. Ma non per questo non ce n’è l’opportunità. Anzi.