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Papa: "Profonda stima al nobile popolo cinese"

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Benedetto XVI ricorda, a 400 anni dalla morte, la figura del gesuita di Macerata, Matteo Ricci, primo evangelizzatore della Cina

Eleonora Crisafulli
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"Anch'io, come P. Matteo Ricci, esprimo oggi la mia profonda stima al nobile popolo cinese e alla sua cultura millenaria, convinto che un loro rinnovato incontro con il Cristianesimo apporterà frutti abbondanti di bene, come allora favorì una pacifica convivenza tra i popoli". Così papa Benedetto XVI ha ricordato, a 400 anni dalla morte, la figura del grande gesuita di Macerata che fu il primo evangelizzatore della Cina. "Di quale stima fosse circondato nella capitale cinese e nella stessa corte imperiale" del XVI secolo questo straordinario missionario "ne è segno il privilegio straordinario che gli fu concesso, impensabile per uno straniero, di essere sepolto in terra cinese". Ed anche oggi è possibile venerare la sua tomba a Pechino, opportunamente restaurata dalle Autorità locali" e nel "Museo del Millennio solo due stranieri sono ricordati fra i grandi della storia della Cina: Marco Polo e padre Matteo Ricci". Padre Ricci è stato scelto anche come "testimonial" dell'Italia all'Expo di Shangai. Le molteplici iniziative promosse in Europa e in Cina per onorarlo mostrano "il vivo interesse che la sua opera continua a riscuotere nella Chiesa e in ambienti culturali diversi".   La sua azione presenta "due versanti che non devono essere separati: l'inculturazione cinese dell'annuncio evangelico e la presentazione alla Cina della cultura e della scienza occidentali. Spesso gli aspetti scientifici hanno riscosso maggiore interesse, ma non bisogna dimenticare la prospettiva con cui padre Ricci è entrato in rapporto con il mondo e la cultura cinesi: un umanesimo che considera la persona inserita nel suo contesto, ne coltiva i valori morali e spirituali, cogliendo tutto ciò che di positivo si trova nella tradizione cinese e offrendo di arricchirlo con il contributo della cultura occidentale ma, soprattutto, con la sapienza e la verità di Cristo. Nel pensiero e nell'insegnamento di padre Ricci scienza, ragione e fede trovano una naturale sintesi: "Chi conosce il cielo e la terra - scrive nella prefazione alla terza edizione del Mappamondo - può provare che Colui che governa il cielo e la terra è assolutamente buono, assolutamente grande e assolutamente uno. Gli ignoranti rigettano il Cielo, ma la scienza che non risale all'Imperatore del Cielo come alla prima causa, non è per niente scienza".

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