I cantieri delle Fs al Sud sono un modello per l'Europa

Il piano ferroviario italiano è un modello per la spesa Ue e la nuova Napoli-Bari è un’opera colossale
di Sandro Iacomettisabato 12 aprile 2025
I cantieri delle Fs al Sud sono un modello per l'Europa
3' di lettura

Il piano ferroviario italiano è un modello per la spesa Ue e la nuova Napoli-Bari è un’opera colossale. Vabbè, direte voi, è il solito Libero che liscia il pelo al governo e ci racconta che il Pnrr sta andando a gonfie vele. Tutte balle e propaganda. E invece a dirlo è Bloomberg, che in una dettagliata analisi sui lavori infrastrutturali finanziati dal Next Generation Eu dimostra che sì, il modello Italia funziona. E i cantieri stanno lavorando a pieno ritmo per modernizzare il Paese. A suscitare il plauso di una delle più grandi e autorevoli agenzie di stampa internazionali, i cui scoop condizionano gli andamenti di Borsa e orientano l’informazione finanziaria, sono i binari dell’alta velocità con cui le Ferrovie dello Stato collegheranno il Mezzogiorno ai mercati più sviluppati del Nord Italia e dell’Europa, aprendo nuove opportunità per l’industria, il commercio e il turismo.

Ma come? Il Piano di ripresa e resilienza non era al palo, finito nel pantano della burocrazia, imbrigliato nella palude degli appalti, azzoppato dall’incapacità di mettere a terra gli investimenti? In parte sì. L'Italia, scrive Bloomberg, «ha ricevuto oltre 122 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti dal fondo. Barriere normative, come le autorizzazioni ambientali, e le procedure a volte lente delle amministrazioni locali hanno fatto sì che solo circa la metà di tali fondi sia stata effettivamente spesa».

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Ma ciò, ammette l’agenzia, «rappresenta un enorme miglioramento rispetto al passato». A fare la differenza, va detto, ci ha pensato anche Fs, destinataria di ben 25 miliardi di fondi provenienti dal Pnrr per realizzare i collegamenti ferroviari. Nel 2024 il gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha registrato una quota di investimenti tecnici di 17,5 miliardi, il livello più alto mai raggiunto nella storia del gruppo. Di questi, 12 miliardi sono risporse del piano europeo. Un valore superiore alla pianificazione prevista. «Ferrovie è un ente di spesa particolarmente virtuoso perché ha una struttura in grado di canalizzare i fondi e ha una storia di rapporti con le amministrazioni locali, le autorizzazioni e tutte le problematiche che solitamente rallentano il processo e bloccano la spesa», ha spiegato a Bloomberg Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di economia aziendale all'Università Bocconi di Milano.
In quei 25 miliardi a disposizione delle Fs ci sono anche i soldi per collegare le due sponde dell’Italia del Sud con 145 chilometri di binari, 9 gallerie, 25 viadotti e 16 nuove stazioni e fermate.

L’opera, parte del programma europeo Tent-T peri trasporti sostenibili, dimezzerà il tempo di percorrenza tra Napoli e Bari, portandola a circa due ore, con treni che viaggiano a una velocità massima di 250 km/h. Per noi che siamo abituati a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto e a gettarci fango addosso può anche sembrare una banalità. Per Bloomberg si tratta di «un’impresa colossale», che «supera le barriere che hanno ostacolato l'Italia da quando i Romani si avventurarono verso sud per costruire la via Appia oltre 2000 anni fa, con gallerie scavate negli Appennini che corrono lungo la spina dorsale della penisola italiana».

In altre parole, mentre le opposizioni continuano a polemizzare con il governo per il fallimento del Pnrr, i cantieri procedono, i binari si allungano e le talpe meccaniche scavano gallerie. Dando al Paese, spiega Maffè, «infrastrutture utili, che rimarranno con noi per i decenni a venire. In questo caso abbiamo speso bene i soldi dell’Europa». Secondo Bloomberg il merito è anche della Ue, che ha fissato obiettivi e traguardi incrementali nell'ambito dell'architettura del fondo, che vanno dall'aggiudicazione degli appalti, alla nuova regolamentazione, alla creazione di sistemi di governance digitale, che i beneficiari devono rispettare per sbloccare i fondi. Ma la sostanza cambia poco. L’importante è realizzare le opere. Poi penseremo alle medaglie.

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