A due settimane dal delitto e a nove giorni dal ritrovamento del cadavere di Ilaria Sula - la studentessa 22enne originaria di Terni uccisa dal fidanzato filippino Mark Samson e chiusa in una valigia per essere poi gettata in un dirupo a Capranica Prenestina, alle porte di Roma-, si continuano a mettere in fila i pezzi di un puzzle sempre più inquietante quanto incompleto. Il coinvolgimento certo della madre e di altre persone ancora da individuare, l’uscita con gli amici a cadavere ancora caldo probabilmente nascosto nel bagagliaio; e ora quella lettera di scuse scritta ai genitori della povera ragazza. Molto ad ogni modo resta ancora da verificare, da cristallizzare. Anche per questo ieri gli investigatori sono tornati nella casa degli orrori di via Homs, dove è stato sequestrato un paio di ciabatte, probabilmente appartenenti a Nosr Mazlapan, la madre di Mark, assassino reo confesso. Su quelle pantofole da camera, gli investigatori hanno trovato tracce ematiche. Ora saranno analizzate per capire se si tratta del sangue di Ilaria, una ulteriore prova che collocherebbe la madre - già indagata per concorso in occultamento di cadavere -, sul luogo e dunque coinvolta nel delitto, mentre il padre non risulta indagato.
Tutto questo mentre dal carcere il figlio ha scritto e inviato una lettera di scuse ai genitori della giovane vittima. «Non ce la aspettavamo in questo momento - ha detto il papà di Ilaria -, magari tra 30 o 40 anni ma non adesso». «Dice che sta piangendo, ma noi sono 20 giorni che stiamo piangendo per nostra figlia. Ilaria non meritava questa fine. Le scuse non esistono». E aggiunge che sua figlia mai sarebbe andata a casa di Mark di sua scelta, «non ci andava nemmeno quando erano fidanzati». «Scrivo dalla mia cella, dove resterò per svariati anni. Sono impazzito di dolore e ho perso il controllo», si legge sulla missiva dell’assassino che si dice pronto a «pagare le mie colpe senza alcuna scusante». La versione fornita agli inquirenti da Mark Samson presenta aspetti che non convincono. Fondamentale, in questo quadro, potrebbe risultare l’analisi del tablet e del pc sequestrato nell’abitazione di Sula e dello smartphone di Samson. L’obiettivo è verificare le comunicazioni intercorse tra i due nelle ore precedenti all’omicidio che il giovane colloca nella mattina del 26 marzo. Nella ricostruzione fornita agli inquirenti, il 23enne ha parlato anche di una questione legata al suo corso di laurea in Architettura. Mark è uno studente tutt’altro che modello: un esame in quattro anni alla Sapienza, frequenze a singhiozzo, ritiro del piano di studi. La situazione tra lui e Ilaria, a suo dire, è cambiata quando la ragazza gli ha chiesto, circa tre mesi fa, di prendere visione dei voti degli esami universitari. Sul punto il gip afferma che Samson ha parlato di problemi psicologici legati ai scarsi risultati negli studi. «Ha riferito», scrive il giudice Antonella Minunni, «che questo ha sempre rappresentato un grosso problema».
Mark Samson, le balle sugli esami all'università dietro l'omicidio di Ilaria Sula
Mark Samson, il 23enne che ha ucciso la ex Ilaria Sula, 22 anni, nel suo appartamento a Roma, avrebbe dato un solo esame...A fine gennaio 2025, si legge nell’ordinanza, «i due decidono quindi di prendersi una pausa di riflessione, che però di fatto non c’è mai stata, posto che hanno sempre continuato a vedersi». Il ragazzo ha riferito che «però l’atteggiamento di Ilaria era altalenante, a volte lo trattava come un fidanzato, altre volte come un semplice amico». Sostanzialmente Samson ha detto «che non riusciva ad accettare la fine del rapporto con llaria». Quindi l’avrebbe uccisa. E dopo essersi liberato del cadavere, è andato a «mangiare una piadina» scrive ancora il gip, con una amica di lei, fingendosi preoccupato per la sparizione di Ilaria. Non solo: mentre il suo corpo giaceva chiuso in una valigia, forse ancora nel bagagliaio della Ford Puma nera parcheggiata tra i vicoli del centro storico, Mark sorseggiava un drink in un locale al Pantheon. Sorridente, disinvolto, pronto a flirtare con due turiste polacche. Come se nulla fosse. «Quando ho proposto a Mark di lasciare la macchina lì e di tornare insieme a casa si è opposto», ha raccontato l’amico che era con Samson dopo il delitto, «non voleva lasciarla incustodita. È stata una reazione strana. Voglio sperare che non ci fosse il cadavere di Ilaria». Il giorno seguente, con ogni probabilità, il corpo di Ilaria, era ancora in giro per Roma. Le indagini oggi puntano proprio su quelle ore.