Alberto Stasi inchiodato dalla famiglia Poggi: "Quel dna è inesistente"

giovedì 10 aprile 2025
Alberto Stasi inchiodato dalla famiglia Poggi: "Quel dna è inesistente"
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Andrea Sempio e Alberto Stasi. Dei loro destini si attende a breve la decisione di giudici. Il primo, nuovo indagato per la morte di Chiara Poggi. Il secondo, già condannato a 16 anni in via definitiva e in attesa della sentenza sulla semilibertà. A Pavia infatti è stato il giorno dell’udienza per il "conferimento dell’incarico" al genetista Emiliano Giardina scelto dalla giudice Daniela Garlaschelli per l’incidente probatorio sul materiale genetico trovato sotto le unghie della vittima, sui reperti mai (o solo in parte) analizzati e il confronto con quello di Sempio. Dna che la Procura ha confrontato nel 2023 anche con quello di Marco Poggi, fratello della 26enne, e di due amici e che per il consulente dei pm Carlo Previderé ha dato il match con quello di Sempio.

Eppure contro la nomina di Giardina, già consulente del caso Yara Gambirasio, è arrivata la richiesta di ricusazione dell’aggiunto Stefano Civardi e della pm Valentina De Stefano. Il motivo? L'esperto scelto dal gip di Pavia avrebbe, a parere della Procura, già espresso un parere sul Dna nel 2017 in una intervista alla trasmissione Le Iene in cui aveva dichiarato che il materiale genetico trovato sotto le unghie non avrebbe consentito di attribuire "una compatibilità" con un "univoco profilo". Insomma, per loro si tratta di "un parere pregiudicante". Questione sulla quale dovrà ora decidere la giudice Garlaschelli con la conferma di Giardina o la scelta di un nuovo perito.

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In aula però il confronto più acceso è stato tra la Procura e i legali della famiglia Poggi, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna: "Stride constatare -ha tuonato Tizzoni - come la Procura abbia paura del processo mediatico quando poi fa un comunicato su dati oggettivamente scorretti come il Dna sotto le unghie, che non esiste. E soprattutto che si appoggi a una richiesta fatta da un collega in un’intervista delle Iene. Credo che la Procura di Pavia abbia la necessità di chiarire il rapporto con questo processo".