Alberto Stasi fregato da "Le Iene"? Clamoroso, cosa c'è dietro il "no" alla semilibertà

mercoledì 9 aprile 2025
Alberto Stasi fregato da "Le Iene"? Clamoroso, cosa c'è dietro il "no" alla semilibertà
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Un nuovo capitolo si apre nel lungo e complesso processo per l’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Alla prima udienza dell’incidente probatorio, la Procura di Pavia ha chiesto la sostituzione del genetista Emiliano Giardina, scelto come consulente terzo dalla gip Daniela Garlaschelli.

Giardina, noto per aver decifrato l’identità di "Ignoto 1" nel caso di Yara Gambirasio, era stato incaricato di analizzare, in contraddittorio tra le parti, le tracce di Dna maschile rinvenute sotto le unghie di Chiara Poggi. Il suo compito avrebbe incluso anche l’esame di altri reperti biologici mai analizzati prima, da confrontare con i profili genetici di Andrea Sempio (di nuovo sotto inchiesta per l’omicidio), di Alberto Stasi e degli uomini vicini alla famiglia Poggi o frequentatori abituali della villetta.

Tuttavia, i magistrati Stefano Civardi e Valentina De Stefano ritengono Giardina in conflitto d’interessi a causa di dichiarazioni rilasciate in un’intervista televisiva del 5 aprile 2017 a Le Iene, in cui affermava che i "tracciati" mostrati dai giornalisti "non possano essere utilizzati a fini identificativi, nel modo più assoluto".

L’intervista, trascritta e acquisita il 2 aprile dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, è stata prodotta oggi in aula per sostenere l’incompatibilità del consulente. Giardina, davanti al giudice, ha dichiarato: "Non me ne sono mai occupato, mai vista una carta del processo per il delitto di Garlasco", sottolineando il suo approccio "professionale" e rimettendosi alla decisione della gip.

Alla richiesta di ricusazione si è unita anche Giada Bocellari, avvocata di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni e attualmente detenuto nel carcere di Bollate, dove lavora all’esterno. Proprio mercoledì scorso, Stasi ha presentato al Tribunale di Sorveglianza di Milano una richiesta per ottenere la semi-libertà. La Procura generale ha espresso parere contrario, smentendo le affermazioni dell’avvocato Glauco Gasperini, sostituto dei difensori, secondo cui il parere fosse positivo.

La sostituta procuratrice Valeria Marino ha inoltre richiesto un "rinvio per chiarire" le "circostanze" relative all’"intervista rilasciata senza autorizzazione" da Stasi alla stessa trasmissione televisiva, pur essendo assente dall’udienza.

Nel frattempo, anche la posizione del generale Luciano Garofano, consulente del team difensivo di Andrea Sempio, è stata messa in discussione dai legali di Stasi. Garofano, all’epoca dei fatti comandante del Ris di Parma, ha però precisato ai giornalisti: "Comandavo il Ris ma le analisi biologiche furono fatte in maniera indipendente dai miei collaboratori". L’avvocata Angela Taccia ha ribadito come ci siano "verbali" che "attestano" che l’ex generale "non sia nemmeno entrato" nella casa del delitto.

Intanto, la giudice si è riservata di decidere sulla nomina del nuovo esperto e sul quesito da sottoporgli. La richiesta della Procura, sostenuta dagli specialisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani, è quella di verificare l’utilizzabilità dei profili genetici. Le autorità hanno già fatto propria la perizia della difesa Stasi, firmata dal dottor Ugo Ricci e supportata dal genetista tedesco Lutz Roewer, secondo il quale un Dna presente sotto le unghie di Chiara sarebbe "perfettamente sovrapponibile" a quello di Sempio.

Il campione incriminato, denominato "CT28112016", risale al 2016 ed è stato analizzato dal dottor Matteo Fabbri e successivamente da Pasquale Linarello. Il Dna fu raccolto in modo non convenzionale — da un cucchiaio e una bottiglia d’acqua — all’insaputa di Sempio, da investigatori privati della società SKP. Su questo episodio si era aperto un procedimento, poi archiviato a Milano.

Oltre ai reperti già noti, i pm hanno chiesto l’analisi del Dna presente sui "para-adesivi" usati per raccogliere impronte sulla scena del crimine, oltre a quello rinvenuto su oggetti analizzati dai Ris. Sarà necessaria la compilazione di un lungo elenco di nominativi per eseguire nuovi accertamenti e prelievi di DNA da capelli, peli o mucosa orale.

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Fuori dall’aula, il confronto tra le parti si fa acceso. "Siamo convinti che si possa rivedere la storia di questo processo", dichiara l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Stasi. A ribattere è Gian Luigi Tizzoni, legale dei genitori della vittima: "Non abbiamo paura della verità: Alberto Stasi è il colpevole dell'omicidio di Chiara Poggi", sottolineando che la "Procura Pavia ha la necessità di chiarire il rapporto che avrà con questo processo".

In difesa di Sempio, la sua legale denuncia una pressione ingiustificata: "Un vero e proprio accanimento perché non esiste alcun elemento indiziario". Lo stesso 37enne, da parte sua, si dice tranquillo: "Sono sereno, non possono inventarsi cose che non esistono".

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