Colpo di scena. Contrariamente a quanto riferito ai cronisti dall’avvocato Glauco Gasperini su un "parere parzialmente positivo" la procura generale di Milano si è espressa contro la concessione della semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. Lo confermano fonti giudiziarie con conoscenza dell’udienza davanti al Tribunale della sorveglianza di Milano. In subordine la sostituta procuratrice Valeria Marino ha chiesto un rinvio al collegio per accertare circostanze dell’intervista rilasciata dall’ex studente della Bocconi e trasmessa da Le Iene.
Intanto uno dei legali di Alberto Stasi, avvocato Antonio De Rensis, uscendo dall’udienza del Tribunale di Pavia ha affermato: "Siamo convinti che si possa rivedere la storia di questo processo ma siamo rispettosi della verità giudiziaria e Alberto sta compiendo un percorso di grande rispetto di questa condanna". "Stasi è un condannato definitivo per la giustizia italiana che per fortuna prevede la possibilità della revisione del processo, ma non possiamo essere noi a rispondere al posto del Procuratore capo", ha detto l’avvocato che, con la collega Giada Bocellari, assiste il 41enne.
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Analizzare il dna sulle unghie di Chiara Poggi e sui "campioni biologici e reperti" mai analizzati e confronta...E sulle nuove indagini è intervenuto il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e consulente della difesa di Andrea Sempio: "Gli spostamenti che ha avuto Chiara Poggi quella mattina, da viva prima e purtroppo da morta dopo, non consentono a nessuno di escludere che ci sia una contaminazione del Dna perché noi parliamo di profili ma quello non è un profilo, è una quantità parziale di dna maschile limitatissima ed è su questo che bisogna ragionare". "Le tecniche sono migliorate terribilmente, la sensibilità è aumentata - ha detto Garofano - ma dobbiamo fare i conti quel con quello che è rimasto". "Quel profilo - prosegue - è già stato dal diagnosticato" dal perito della Corte d’appello di Milano che condannò Stasi a 16 anni, professor Francesco De Stefano, che «ha più volte detto e sottolineato che non era utilizzabile per alcun confronto né di inclusione né di esclusione". "I para-adesivi su cui la difesa ha sollevato la possibilità di incaricare un esperto di impronte papillari - ha aggiunto - raccolgono materiale molto al limite con gli anni che sono passati, però ben venga l’estensione ad altre analisi per fare chiarezza una volta per tutte, per Sempio sarebbe terza volta in cui accade".