Da sempre l’uomo si è lasciato istruire, nel vero senso della parola, da piante e animali. Soprattutto negli ultimi anni, in un’epoca che oscilla tra crisi ambientali e progresso tecnologico, la scienza guarda alla natura come a un libro aperto, trovandovi soluzioni straordinarie. Un numero sempre maggiore di scienziati che progettano nuovi materiali si interessano di biomimesi (dal greco bios, vita, e mimesis, imitazione) e di bionica (dall’inglese bionics, composto di bio(logy), biologia, ed (electro)nics, elettronica). Uno studioso afferma che queste discipline modificheranno il nostro modo di vivere e che «siamo alle soglie di una rivoluzione dei materiali della portata dell’età del ferro e della rivoluzione industriale. Stiamo balzando in una nuova era dei materiali».
La biomimesi è l’arte di copiare le soluzioni offerte dalla natura, studiando e imitando le caratteristiche di vari esseri viventi, per realizzare nuovi prodotti e migliorare le prestazioni di quelli già esistenti. $ un campo interdisciplinare che emulando o ispirandosi alla natura permette di sviluppare soluzioni più sostenibili e innovative senza rinunciare all’efficienza. Ad esempio, la progettazione di velivoli può ispirarsi al volo degli uccelli. Si stanno sviluppando soluzioni che riducono l’impatto ambientale, che migliorano l’efficienza energetica e la gestione dei rifiuti, che contribuiscono alla creazione di materiali ecologici, tutto questo studiando come la natura riesce a massimizzare l’efficienza e a ridurre gli sprechi. E poi c’è la bionica, che va oltre il copiare per integrare il biologico nel tecnologico. Non si tratta solo di prendere ispirazione, ma di fondere i confini. La medicina è il terreno d’elezione e vi si progettano nuovi approcci.
Per esempio, si imitano le proprietà della pelle per sviluppare tessuti sintetici utili nella cura delle ustioni. E poi, arti robotici che si muovono grazie agli impulsi nervosi, cuori artificiali che battono al ritmo della vita, esoscheletri che restituiscono il cammino a chi lo aveva perso, impianti cocleari e visivi, robot progettati per imitare il movimento e il comportamento e le capacità di organismi naturali, tecnologie che permettono di controllare dispositivi tramite segnali neurali.
Tutto ciò ci insegna che possiamo inventare studiando l’ambiente che ci circonda e che la natura è la più grande “designer” che esista. Sta a noi non solo copiare, ma rispettare, apprendere, creare un ponte tra la vita e la tecnologia, innovando senza distruggere, progredendo senza dimenticare, vivendo in armonia con ciò che ci circonda. Non solo, con un senso di ammirazione reverenziale chiediamoci: «A chi va veramente il merito di questi progetti?». Se la copia richiede un progettista intelligente, che dire dell’originale? A chi va più credito, all’artista o allo studente che ne imita la tecnica? $ scritto nel libro biblico di Giobbe: «Amico, domanda agli animali e agli uccelli, ai rettili e ai pesci. Tutti sanno che Dio li ha fatti con le sue mani. Tutti ti potranno insegnare che la vita di ogni essere vivente e lo spirito di ogni uomo sono nelle mani di Dio» (12,7-10, TILC).
È in corso un intervento del Soccorso Alpino Valdostano per il recupero di due alpinisti bloccati sulla vetta del Gran Paradiso, a quota 4000 metri. I due, provenienti dall'est Europa (probabilmente cechi o slovacchi) hanno raggiunto la punta alle ore 17.00 ma, essendo esausti, non sono riusciti ad affrontare la discesa in sicurezza. Hanno richiesto soccorso alle ore 20.00 e riferiscono di essere in buone condizioni. Una squadra, composta da cinque tecnici del Soccorso Alpino Valdostano e due Sagf di Entreves-Courmayeur, è stata portata in elicottero a quota 3000 metri e proseguirà via terra per raggiungere i due e portarli al rifugio Chabod o al Vittorio Emanuele a seconda della visibilità in quota. Al momento le condizioni meteo sono avverse. La squadra di soccorso e gli alpinisti sono in contatto costante con la Centrale Unica del Soccorso.
Papa Francesco ha celebrato, nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, la Santa Messa per la domenica di Pentecoste. Nella giornata di sabato il pontefice aveva ripreso tutte le sue attività dopo aver annullato i suoi impegni, venerdì, a causa della febbre.