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È sempre la natura quella che ispira i progressi tecnologici

L'uomo si è lasciato istruire, nel vero senso della parola, da piante e animali
di Steno Sari domenica 6 aprile 2025

2' di lettura

Da sempre l’uomo si è lasciato istruire, nel vero senso della parola, da piante e animali. Soprattutto negli ultimi anni, in un’epoca che oscilla tra crisi ambientali e progresso tecnologico, la scienza guarda alla natura come a un libro aperto, trovandovi soluzioni straordinarie. Un numero sempre maggiore di scienziati che progettano nuovi materiali si interessano di biomimesi (dal greco bios, vita, e mimesis, imitazione) e di bionica (dall’inglese bionics, composto di bio(logy), biologia, ed (electro)nics, elettronica). Uno studioso afferma che queste discipline modificheranno il nostro modo di vivere e che «siamo alle soglie di una rivoluzione dei materiali della portata dell’età del ferro e della rivoluzione industriale. Stiamo balzando in una nuova era dei materiali».

La biomimesi è l’arte di copiare le soluzioni offerte dalla natura, studiando e imitando le caratteristiche di vari esseri viventi, per realizzare nuovi prodotti e migliorare le prestazioni di quelli già esistenti. $ un campo interdisciplinare che emulando o ispirandosi alla natura permette di sviluppare soluzioni più sostenibili e innovative senza rinunciare all’efficienza. Ad esempio, la progettazione di velivoli può ispirarsi al volo degli uccelli. Si stanno sviluppando soluzioni che riducono l’impatto ambientale, che migliorano l’efficienza energetica e la gestione dei rifiuti, che contribuiscono alla creazione di materiali ecologici, tutto questo studiando come la natura riesce a massimizzare l’efficienza e a ridurre gli sprechi. E poi c’è la bionica, che va oltre il copiare per integrare il biologico nel tecnologico. Non si tratta solo di prendere ispirazione, ma di fondere i confini. La medicina è il terreno d’elezione e vi si progettano nuovi approcci.

Per esempio, si imitano le proprietà della pelle per sviluppare tessuti sintetici utili nella cura delle ustioni. E poi, arti robotici che si muovono grazie agli impulsi nervosi, cuori artificiali che battono al ritmo della vita, esoscheletri che restituiscono il cammino a chi lo aveva perso, impianti cocleari e visivi, robot progettati per imitare il movimento e il comportamento e le capacità di organismi naturali, tecnologie che permettono di controllare dispositivi tramite segnali neurali.

Tutto ciò ci insegna che possiamo inventare studiando l’ambiente che ci circonda e che la natura è la più grande “designer” che esista. Sta a noi non solo copiare, ma rispettare, apprendere, creare un ponte tra la vita e la tecnologia, innovando senza distruggere, progredendo senza dimenticare, vivendo in armonia con ciò che ci circonda. Non solo, con un senso di ammirazione reverenziale chiediamoci: «A chi va veramente il merito di questi progetti?». Se la copia richiede un progettista intelligente, che dire dell’originale? A chi va più credito, all’artista o allo studente che ne imita la tecnica? $ scritto nel libro biblico di Giobbe: «Amico, domanda agli animali e agli uccelli, ai rettili e ai pesci. Tutti sanno che Dio li ha fatti con le sue mani. Tutti ti potranno insegnare che la vita di ogni essere vivente e lo spirito di ogni uomo sono nelle mani di Dio» (12,7-10, TILC).

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