Meloni e Bernini, la vergogna degli studenti: pietre e fiamme a Genova, furia-FdI

Cambiare rotta in piazza per "Allarme rosso". A Roma bruciano le bandiere Ue, a Torino c'è il fantoccio di Valditara
venerdì 4 aprile 2025
Meloni e Bernini, la vergogna degli studenti: pietre e fiamme a Genova, furia-FdI
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Un altro venerdì di proteste violente degli studenti italiani. "Della rabbia e della collera", per parafrasare le manifestazioni dell'islam radicale. L'obiettivo dei giovani dei collettivi di sinistra ancora una volta la premier Giorgia Meloni e la ministra dell'Università Anna Maria Bernini: a Genova le loro foto, appese a dei pali, sono state usate come bersaglio per il lancio di pietre. E ancora: bandiere dell'Unione europea bruciate a Roma e fantocci vandalizzati a Torino, per una fotografia complessiva di desolante intolleranza.

A Roma studenti e precari sono scesi in strada contro "i tagli e la precarietà". "Questa riforma non si fa. Bernini vattene", è lo slogan di universitari e liceali. I ragazzi di Cambiare Rotta, dopo aver dormito in tenda sotto il Ministero dell'Università, hanno dato il via alla giornata nazionale di "allarme rosso", per chiedere "soldi all'università e non alla guerra; il diritto alla casa" dicendo "basta alle molestie". Tra i manifesti con le mani insanguinate sopra le immagini dei volti di leader Ue, del governo e dei partiti di opposizione, la sagoma del ministro sceriffo Giuseppe Valditara, gli studenti hanno dato fuoco con dei fumogeni alla maxi-bandiera dell'Europa posizionata per terra davanti al Ministero.

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Giovani in piazza come detto anche a Genova, a Pomezia, a Torino, La Spezia, Rieti, Milano, Rimini, Ravenna, Imola, Latina, Potenza, Brindisi. A Bologna piazza delle scuole solidali agli studenti del Liceo Minghetti denunciati. A Pisa studenti, ricercatori e lavoratori uniti contro la riforma". Come detto, particolarmente fuori controllo la piazza di Genova, dove a lanciare lo sciopero è stato il sindacato di base Usb, che ha promosso l'organizzazione di vari cortei nelle principali città italiane, insieme ai collettivi studenteschi di Osa e Cambiare Rotta.

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"Soldi alla scuola, non alla guerra", recita uno dei tanti cartelli e striscioni in piazza. "Mentre le nostre scuole cadono a pezzi e la sanità è in declino - lamentano gli studenti in corteo - Ursula Von der Leyen ci chiede 800 miliardi per le armi. Vogliamo i soldi per la scuola". E a margine delle "ragioni" della protesta, ecco il bel tiro al bersaglio contro Meloni e Bernini, stile intifada, stigmatizzato da Fratelli d'Italia su Facebook. "Guardateli i 'bravi' ragazzi di sinistra - si legge nel post di FdI -. Odio, violenza e nessuna idea. Che tristezza".



Pietre contro Meloni e Bernini a Genova: guarda qui il video di Fratelli d'Italia

A Torino invece il corteo è aperto da uno striscione su cui c'è scritto "Soldi alla formazione non alla guerra. No al riarmo europeo. Palestina libera". C'è un manichino con una foto del ministro Valditara con in testa un elmetto e un cartonato che rappresenta un asino con la scritta "Bernini somara". "Siamo qui per fermare il genocidio in Palestina, per fermare il processo di aziendalizzazione delle scuole, ma anche perché è sorto un nuovo problema che noi viviamo sia come figli di lavoratori che come studenti, ovvero la nuova dinamica del riarmo, che comunque è una retorica che il nostro governo, così come praticamente tutti i governi europei, stanno portando avanti e a cui noi chiaramente ci opponiamo", spiega Caterina Mansueto, presidente della consulta provinciale degli studenti di Torino.