Torino, Imperia, Milano, Prato. Ma anche Napoli e Venezia. Impazzano i festeggiamenti in tutta Italia per la fine del Ramadan, e con essi le polemiche. Il caso più eclatante si è verificato a Torino, dove circa 30mila musulmani hanno partecipato alla preghiera collettiva nella zona di Borgo Dora, sotto la tettoia di un’ex area industriale trasformata in un parco. Oltre alla discutibile presenza del sindaco dem Stefano Lo Russo, ad accendere le polemiche è stato il corteo a favore della Palestina che è partito al termine della cerimonia. Corteo composto da alcune centinaia di persone organizzato dal comitato Torino per Gaza che, tra bandiere palestinesi e fumogeni, ha anche bruciato la fotografia della premier Giorgia Meloni e quella della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Polemiche anche sui festeggiamenti a Prato, la città italiana con il maggior numero di cittadini stranieri sulla popolazione residente (quasi 50mila su oltre 196mila). Oltre duecento musulmani di nazionalità bengalese hanno celebrato la fine del Ramadan nel cortile della parrocchia di San Domenico. La Diocesi di Prato ha accolto la richiesta proveniente dal Centro Islamico Bengalese, che conta circa 500 persone. Il raduno si è tenuto all’interno dell’antico complesso cattolico ma non in chiesa, bensì nel cortile interno. Si tratta della prima volta, nella città toscana, che uno spazio cattolico venga “prestato” ai credenti di fede musulmana per la celebrazione di una festa religiosa. La Diocesi, in una nota, ha ribadito che non sono stati utilizzati per la preghiera musulmana altri ambienti dedicati al culto cattolico.
In chiesa si celebra la resa all'Islam: ecco la fine dell'Occidente
Cinquecento musulmani in una chiesa cattolica, quella di Saint-Jean-Baptiste a Molenbeek, per festeggiare l’iftar,...Polemiche anche a Milano. I residenti che abitano vicino al Parco Martesana sono stati svegliati all’alba dal canto dei muezzin. Il parco è stato infatti trasformato in una moschea a cielo aperto per le celebrazioni di fine Ramadan, con il canto tradizionale islamico che ha iniziato alle 7:30, svegliando il quartiere. La Lega ha sollevato pesanti interrogativi sul permesso concesso dal Comune di Milano: «Era a conoscenza dell’occupazione? Sono state rilasciate le necessarie autorizzazioni? Gli organizzatori hanno pagato per l’uso del suolo pubblico? Non c’era traccia dei vigili, segno che qualcosa non quadrava», affermano Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale, Samuele Piscina, segretario Lega Milano e consigliere comunale, e Vanessa Ragazzoni, consigliere di municipio 2. Stessa situazione anche nel quartiere di Barona.
In via de Nicola, dove i fedeli si sono ritrovati nel campo sportivo, i residenti si sono svegliati all’alba “immersi” nel via vai di auto e con il canto del muezzin. Pesanti i disagi al traffico. A testimoniare la situazione, sono gli stessi cittadini che in diversi post sui social hanno condiviso foto e commenti. Alcuni abitanti segnalano «milioni di macchine parcheggiate anche nell’androne delle scale». Scrive qualcun altro: «Sono sul bus, ma è tutto bloccato e le linee sono deviate». All’attacco il Carroccio: «Il Comune di Milano, sotto la guida di Beppe Sala, deve spiegare ai cittadini perché non vengono rispettate le stesse regole per tutti. Per chiunque organizzi eventi senza permessi c’è una giusta punizione, ma per i musulmani sembrano esserci altre regole?». La Lega preannuncia anche un’interrogazione comunale su quanto accaduto. A Imperia, invece, al termine delle celebrazioni, si è svolto un corteo a favore di Gaza.
«Oggi è una giornata di festa per la fine del Ramadan e la dedichiamo in particolare ai nostri fratelli e sorelle in Palestina, principalmente a Gaza, che sono vittime di un genocidio» ha dichiarato Roberto Hamza Piccardo, esponente di spicco della comunità musulmana in Italia, per otto anni già segretario nazionale dell’Ucoii, e organizzatore del corteo, in concomitanza con la preghiera di fine Ramadan, tenutasi come ormai tradizione all’anfiteatro della Rabina, al quale hanno preso parte alcune centinaia di persone. «Oltre alla nostra comunità di musulmani, composta anche da molti turchi e bengalesi» ha detto Hamza Piccardo, «al corteo hanno partecipato pure cittadini contrari ai bombardamenti e associazioni dell’area solidale e alternativa». A Napoli sono stati circa 7mila i musulmani che si sono dati appuntamento in piazza Garibaldi. E anche nel capoluogo campano la posizione sulla guerra in Medio Oriente è chiara: contro Israele e a favore dei palestinesi.
«Il nostro pensiero» ha detto Amar Abdallah, imam della Comunità islamica di Napoli, «va ai bambini di Gaza che oggi, in un giorno di festa, si ritrovano senza genitori o senza casa. Per l’ingiustizia sionista, davanti agli occhi del mondo. Una pazzia assoluta, anche nostra che stiamo permettendo tutto questo: dove sono le Nazioni unite? In questo giorno ricordiamo il nostro dovere di predicare giustizia in ogni luogo». Anche nella centrale piazza Plebiscito, sempre in mattinata, si è tenuta la preghiera di fine Ramadan: vi hanno partecipato alcune centinaia di persone originarie del Bangladesh.