Ecco come si incassa il Superenalotto (e quanto si mangiano le tasse)

di Luca Puccinisabato 22 marzo 2025
Ecco come si incassa il Superenalotto (e quanto si mangiano le tasse)
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Gioco-al-Lotto-e-cambio-vita. E la vita l’ha sicuramente cambiata il fortunato (o la fortunata) che a Roma, puntando una schedina da tre euro, ha centrato il sei al Superenalotto e si è aggiudicato il montepremi di 88.232.801,88 milioni di euro. Precisi al centesimo. Più o meno, perché non è tutto oro ciò che luccica nelle lotterie di Stato (ma ci arriviamo). Per ora continuiamo a sognare: ché la ruota gira, succede (anche se non così frequentemente dato che l’ultimo jackopot è del 15 ottobre 2024 a Riva del Garda), è dura (c’è una possibilità su 622.614.630), ma hai visto mai? Se-sbanco-smetto-di-lavorare. Vado -a -viveMi -compro -tre -Ferrari. re-alle-Seychelles. Però, nella pratica, che succede per davvero? Anzitutto chiariamo una postilla (che tanto postilla non è): il totale della vincita è sempre indicato al lordo delle tasse. Vuol dire che quando la ricevitoria appiccia il cartellone fuori dalla porta a vetri (“Qui vinti ics milioni”), in saccoccia, il vincitore, se ne mette il 20% in meno (la percentuale è la stessa ogni volta che vengono superati i 500 euro complessivi). Nell’ultimo caso, quello romano, il fortunato (o la fortunata) potrà godersi un introito su per giù di 70 milioni e 600mila euro. Ché bruscolini non sono, gli sfizi te li togli comunque (non facciamo i micragnosi): però sono quasi 20 milioni di scarto su quelli sbandierati. Tra l’altro la trattenuta fiscale è operata direttamente da Sisal, l’azienda che si occupa del gioco: non ci sfuggi. Non puoi fare il furbo o trasferire il malloppo ad Aruba e far perdere le tue tracce all’Agenzia delle entrate. T’intaschi già la somma decurtata dai balzelli, il resto (letteralmente) manco lo vedi.



Non che ci sia modo di lamentarsi, ma va così. Eva anche che per la riscossione devi pagare una commissione che varia a seconda dell’importo vinto (fino a cento euro non c’è; è di 1,03 euro per le vincite fino a 300 euro; di 3.10 euro per quelle fino a mille euro e di 6,20 per quelle che arrivano a 5.200 euro). Dopodiché, prima di passare in cassa, dovrai seguire qualche passaggio. Le vincite fino a 520 euro si possono incassare in una qualsiasi ricevitoria della Sisal con un margine di due mesi di tempo. Per quelle con un massimale di 5.200 euro bisogna recarsi nel luogo in cui è stata effettuata la giocata o nei punti di pagamento premio. Per gli assegni fino a 52mila euro (che assegni non sono perché si tratta di bonifici) si passa solo dai punti pagamento premi che generalmente hanno il limite massimo di sessanta giorni, ma a Roma e a Milano salgono a novanta. Chi deve ottenere un importo maggiore, invece, deve inoltrare la ricevuta baciata dalla dea bendata (in originale e integra) all’ufficio Sisal di via Ugo Bassi 6 a Milano o a quello di via Sacco e Vanzetti di Roma: avrà l’importo, se è inferiore al milione di euro, entro trenta giorni e, se è più consistente, entro 31 dì dalla scadenza del termine per la presentazione dei reclami e delle rivendicazioni (a patto che non ci sia né l’uno né le altre).

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Leggermente diverso è il discorso di chi la sorte la sfida on-line: fino a vincite di 5.200 euro gli accrediti avvengono direttamente sul conto del gioco, oltre valgono le regole della giocata fisica. È anche bene tenere a mente alcune norme (non da regolamento) che aiutano a non farsi travolgere da una fortuna esagerata. Primo, mantenere i nervi saldi (modificare improvvisamente le proprie abitudini è controproducente: si possono rischiare ritorsioni, tentativi di estorsione o semplice invidia). Secondo, non perdere di vista il tagliando vincente. Terzo, chiedere a un notaio di affiancarsi nelle varie operazione (toccherà pagargli una parcella che può arrivare anche al 3% della vincita, ma almeno si sta al sicuro). L’anonimato, infatti, è sempre garantito.