
Andrea Sempio, la Procura chiede l'incidente probatorio: ecco come lo vogliono incastrare

La Procura di Pavia affonda il colpo. Dopo aver riaperto a sorpresa le indagini relative alla morte di Chiara Poggi - uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, omicidio per il quale nel 2015 è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’ex fidanzato Alberto Stasi - e aver inviato un avviso di garanzia Andrea Sempio per concorso in omicidio, ora una nuova, decisa, mossa. Quella del procuratore aggiunto Stefano Civardi e della pm Valentina De Stefano, i quali hanno chiesto all'ufficio gip del Tribunale di procedere con l'incidente probatorio (che serve a cristallizzare le prove, senza più ripetere le analisi, in vista di un eventuale processo) per le indagini sul Dna del nuovo indagato e la comparazione con i risultati dei reperti genetici trovati sotto le unghie della vittima. Tradotto, gli accertamenti (nel frattempo tutti i protagonisti della vicenda, poco alla volta, vengono risentiti) saranno approfonditi e toccheranno campioni biologici e qualsiasi reperto, alla ricerca di dettagli tralasciati in passato.
Ad annunciarlo è stato il procuratore Fabio Napoleone attraverso un comunicato (il primo da quando è stato riaperto il caso) nel quale precisa che a seguito del deposito, da parte della difesa di Alberto Stasi, di una consulenza tecnica relativa all’utilizzabilità del profilo genetico estratto dal materiale biologico rinvenuto «sotto le unghie della vittima» e alla sua «compatibilità con il profilo genetico riconducibile all'odierno indagato», i magistrati hanno «conferito incarico a un proprio consulente tecnico, che ha confermato le conclusioni della consulenza della difesa della persona condannata». Di fatto, quindi, la Procura è sicura che il Dna trovato su Chiara - anzi - «sotto le unghie di Chiara», dettaglio non da poco- appartenga al 37enne Sempio, che lo scorso 13 marzo è stato obbligato a fare un tampone. Non solo. «Dalle verifiche svolte presso l’Unità di Medicina Legale Scienze Forensi del Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia - si legge nella nota - è emersa la presenza di campioni biologici e reperti della vittima Chiara Poggi, non oggetto della distruzione dei corpi di reato disposta dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano ed effettuata nel 2022, i quali nel corso dei pregressi procedimenti penali sull’omicidio di Chiara Poggi o non sono mai stati sottoposti ad analisi genetica o fornito un esito dubbio o inconclusivo, potendo tuttavia ora essere utilmente sottoposti a indagine genetica alla luce dell’incremento della sensibilità analitica ottenuta dai più recenti kit commerciali di caratterizzazione del profilo del Dna e della più evoluta strumentazione di laboratorio, non essendo poi, evidentemente, mai stati comparati con il Dna dell’attuale indagato».
Gli investigatori hanno inoltre acquisito «i para-adesivi delle impronte rinvenute sulla scena del crimine e sugli oggetti analizzati presso i laboratori del Ris di Parma, e parimenti può essere ricercato materiale genetico in detti reperti con accertamenti che verosimilmente porterebbero alla distruzione degli stessi». Se la gip di Pavia darà il via libera al all’incidente probatorio chiesto dai pm (che avrà valore di prova in caso di processo) la difesa dell’indagato, i legali della famiglia Poggi e la stessa Procura potranno nominare i propri consulenti. La gip Daniela Garlaschelli, se accoglierà la richiesta, nominerà un perito terzo che si occuperà delle analisi e stilerà le relazioni. Le operazioni in contraddittorio tra le parti, invece, per conto della procura dovrebbero essere seguite dal consulente Carlo Previderè, genetista del caso Yara, mentre per la famiglia Poggi dallo storico consulente Marzio Capra e per la difesa Sempio («Non so a quali campioni biologici e reperti si riferisca la Procura. Nella richiesta di incidente probatorio non vengono indicati. Ci riserviamo di impugnare il provvedimento, se sarà possibile», ha commentato l’avvocato Massimo Lovati) dall’ex comandante del Ris Luciano Garofano.
"La conferma dal test, il Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è di Andrea Sempio": ora è un terremoto
Nel frattempo la famiglia di Chiara Poggi ha deciso di costituirsi come parte offesa nel procedimento che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Dopo la comunicazione inviata dalla Procura di Pavia sulla facoltà dei familiari di Chiara di contribuire all’accertamento dei fatti, «abbiamo provveduto a costituirci in questo nuovo procedimento quali difensori delle persone offese dal reato, nella convinzione che la precisa conoscenza di tutti i dati probatori emersi nel processo che ha portato alla definitiva condanna di Alberto Stasi per il delitto da egli commesso il 13 agosto 2007 possa risultare decisiva per una tempestiva definizione della posizione di Andrea Sempio», spiegano i legali della famiglia.
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