
Lucia Musti, minacce al magistrato dopo l'attacco contro Askatasuna

Mettere sotto accusa dentro e fuori i tribunali» il magistrato Lucia Musti, perché «prezzolata e serva della mafia del Tav». È quanto si legge in un documento diffuso dal N-Pci (nuovo Partito comunista italiano), un comitato asseritamente clandestino legato ai Carc (Comitati di appoggio alla Resistenza per il Comunismo). Il motivo è legato all’intervento che il procuratore generale della Corte di Appello di Torino ha tenuto durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel capoluogo piemontese. In un passaggio, infatti, Musti aveva «sollecitato la condanna dei militanti di Askatasuna e del movimento No Tav» imputati a Torino nel maxi-processo in via di conclusione. Nel mirino del N-Pci è finito anche Enrico Aimi, membro laico del Csm vicino a Forza Italia, che nel corso della cerimonia aveva, si legge nel documento diffuso dai neocomunisti, «abbaiato al rischio di un ritorno agli anni di piombo». «Tentano» prosegue il documento «di seminare sconforto, rassegnazione e diserzione dalla lotta. Fargli ricadere addosso questo macigno significa resistere a oltranza, ma soprattutto metterli sotto accusa fuori e dentro i tribunali. Questo è il compito dei comunisti e dei più determinati promotori delle lotte sociali».
Il processo vede imputati 26 attivisti del centro sociale per associazione a delinquere appunto (16 persone), oltre a violenza aggravata a pubblico ufficiale, rapina ed estorsione in relazione a un episodio allo spazio popolare Neruda. Immediata la condanna unanime del centrodestra. Esprime solidarietà a Musti il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che parla di «vile attacco subito da parte di frange estremiste che mirano a intimidire chi è impegnato nella difesa della legalità e della giustizia». «Conosco personalmente, e da anni, la professionalità, l’integrità e il coraggio con cui la dottoressa Musti ha sempre svolto il proprio lavoro, affrontando con fermezza e determinazione anche le situazioni più complesse e delicate» ha aggiunto Piantedosi. Il responsabile del Viminale ha poi ricordato di aver «raccomandato agli organi competenti che venga garantita la massima sicurezza alla dottoressa Musti, adottando tutte le misure necessarie per tutelare la sua persona e assicurarle le migliori condizioni per lo svolgimento del proprio delicato incarico». Solidarietà al magistrato è arrivata anche dal ministro della Pubblica Amministrazione e segretario di Forza Italia in Piemonte, Paolo Zangrillo.
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«Ancora una volta» ha dichiarato «queste frange estremiste, che nulla hanno a che fare con la dialettica democratica, prendono di mira con ferocia chi si pone dalla parte della legalità e si fa interprete della voce dei cittadini, chiedendo con forza la condanna dei militanti del centro sociale Askatasuna, polveriera dell’eversione a Torino, e dei militanti del Movimento No Tav, imputati nel maxi processo». Per il ministro si tratta di una«aggressione verbale inaccettabile perché ogni intimidazione agli Organi dello Stato è un attacco ai princìpi della giustizia e dello Stato di diritto. Dopo questo ennesimo episodio inqualificabile, chiedo con forza che il sindaco di Torino desista dallo scellerato proposito di dialogare con i violenti».
Sulla stessa linea il presidente dei senatori di Fi, Maurizio Gasparri. «Piena solidarietà al consigliere del Csm, Enrico Aimi, e al Pg di Torino, Lucia Musti, per gli attacchi subiti da parte del nuovo Partito Comunista Italiano, che ha redatto un documento preoccupante, intriso di odio e violenza, solo perché i due avevano giustamente sollecitato la condanna degli estremisti e violenti di Askatasuna e del movimento No Tav» ha detto Gasparri. «È più che mai urgente» ha aggiunto, «chiudere questi centri sociali violenti, portatori di odio e violenza, mossi da un estremismo ideologico inaccettabile».
Questo episodio, si legge in una nota redatta dal senatore forzista, Roberto Rosso, e dal segretario cittadino di Fi, Marco Fontana, «ci convince ancora di più che stiamo combattendo una battaglia giusta»: «Lo sgombero di Askatasuna è doveroso». A Rosso ha replicato il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi, negando il legame tra l’attacco nei confronti di Musti e Aimi e il centro sociale. «Arriva la neuro, lasciate perdere lo Stato. Il presunto nesso fra la sigla N-Pci e la realtà di Askatasuna è nella testa di Rosso» ha detto il deputato. «Si identifichino gli autori delle minacce e si smetta di evocare gli anni di piombo in questa città e utilizzare fatti estranei per chiedere lo sgombero di corso Regina 47» ha dichiarato Grimaldi. «La sinistra torinese» ha aggiunto «non ha mai intimidito nessun magistrato, in Italia l’unica forza politica eversiva è la destra che governa, che mette alla gogna i magistrati e la loro indipendenza».
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