
Andrea Sempio, il fratello di Chiara Poggi: "Ci frequentiamo ancora"

Si è rifatto una vita lontano da Garlasco. Oggi Marco Poggi, fratello di Chiara Poggi uccisa nella loro casa il 13 agosto 2007, ha 37 anni e vive in Veneto. Ma continua a difendere l'amico Andrea Sempio, ora come allora. I due ragazzi avevano 19 anni all'epoca dell'omicidio, per cui l'unico condannato è stato l'allora fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, a 16 anni di carcere.
La Procura di Pavia ha aperto una nuova inchiesta, puntando i riflettori proprio su Sempio, come già accaduto subito dopo la tragedia, in qualità di conoscente, e poi nel 2017 quando venne indagato e archiviato.
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Su Sempio oggi grava l'ipotesi di omicidio, da solo o in concorso con ignoti o lo stesso Stasio, e per questo giovedì è stato sottoposto a esame del Dna a Milano. Marco Poggi, come spiega il Corriere della Sera, era stato già sentito 8 anni fa dagli inquirenti, proprio per capire gli eventuali rapporti tra l'amico d'infanzia e sua sorella, più grande di loro di 7 anni. "Andrea l'ho conosciuto alle medie, eravamo in classe insieme e lì siamo diventati amici. Ci frequentiamo tuttora", le sue parole.
"A volte uscivamo, a volte stavamo a casa di amici, a volte soprattutto in settimana, di pomeriggio, veniva a casa mia - aveva spiegato nell'ultimo interrogatorio -. Preciso che nel pomeriggio Chiara non era mai in casa, perché ha iniziato a lavorare a gennaio 2006". In quella estate, ricordava Marco "ci eravamo appena diplomati, avevamo avuto l'esame di Stato nel mese di luglio. Io il 5 agosto sono partito in montagna, non sono in grado di ricordare se nel periodo antecedente Andrea è venuto a casa mia. È molto probabile, ma non posso affermarlo con certezza".
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"Quando Andrea veniva da me passavamo il tempo a giocare ai videogiochi, nella saletta giù o sul computer che era in camera di Chiara, non il suo personale ma quello in uso a tutta la famiglia. Non ricordo esattamente le modalità, ma sono sicuro che Andrea abbia giocato usando tastiera e mouse del computer". Questo in teoria avrebbe potuto spiegare la presenza di Dna di Sempio sulla tastiera e anche sotto le unghie di Chiara, proprio a causa della condivisione del pc. Un interrogativo che già nel 2007 era finito sul tavolo degli inquirenti: possibile che il Dna sia rimasto sulle mani di Chiara da inizio agosto al 13, giorno della sua morte?
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