
Garlasco, una guerra tra magistrati dietro la riapertura del caso? Indiscrezioni pesantissime

Battaglia tra magistrati per la riapertura dell'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne trovata morta nella sua casa di Garlasco nel 2007. Lo riporta il Tempo. Per il delitto è stato condannato in via definitiva l'ex fidanzato Alberto Stasi. Mentre oggi si sono accesi i riflettori su Andrea Sempio, 19 anni all'epoca dei fatti e amico del fratello della vittima. Dopo essere stato coinvolto nelle indagini del 2017, quando tutto finì con un'archiviazione, ieri è tornato al centro del caso. Gli investigatori gli hanno prelevato un tampone salivare per comparare il suo profilo genetico con una traccia di Dna rimasto ignoto e trovato sotto le unghie di Chiara. Secondo la Procura di Pavia, si tratterebbe di tracce compatibili col Dna di Sempio.
Per il il difensore di Sempio, Massimo Lovati, si tratta di "cose superate, già archiviate. L’inchiesta è stata frutto di una macchinazione, non vorrei che lo fosse ancora dopo otto anni". A suo dire, il tutto sarebbe stato "organizzato dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi, che clandestinamente hanno preso il Dna di Andrea. Di quali reperti parliamo? Non ci sono reperti". Parole che mettono nel mirino non solo gli ex legali di Stasi, che hanno già annunciato una querela per diffamazione; ma anche la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, per la riapertura dell’inchiesta, la cui richiesta era stata rigettata per ben due volte dal gip prima del disco verde della Cassazione, arrivato l’8 novembre scorso. Contrario alla decisione della Procura anche l’ex procuratore capo Mario Venditti: "Non ci sono elementi contro Andrea Sempio e ora non c’è nulla di nuovo contro di lui. Tutto quello di cui si discute è già stato analizzato".
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Fu Venditti nel marzo 2017 a firmare la richiesta di archiviazione per Sempio, scaturita dall’esposto della mamma di Stasi. L’ex capo della Procura, che all’epoca non chiese a Sempio di fornire il Dna, sostiene che anche qualora ci fosse il profilo genetico di Sempio sulle unghie di Chiara, l’indagato sarebbe di per sé scagionato, visto che usava il pc della vittima per giocare ai videogiochi. In un secondo momento, però, si è scoperto che quel pc è stato acceso l’ultima volta il 10 agosto. Ben tre gorni prima dell'omicidio.
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