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Andrea Sempio si è sottoposto al prelievo salivare del Dna: perché può essere uno tsunami

Roberto Tortora
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Questa mattina Andrea Sempio si è presentato, intorno alle 9:30, nella caserma dei Carabinieri di Montebello, in via Vincenzo Monti, per essere sottoposto ad un prelievo salivare del Dna. Test obbligato dal giudice per le indagini preliminari che lo ha iscritto nel registro degli indagati, a 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la studentessa di Garlasco, per il quale ad oggi l’unico condannato in via definitiva è il suo ex-fidanzato, Alberto Stasi. Sempio, accompagnato dai suoi legali Massimo Lovati e Angela Taccia, è rimasto in caserma circa un’ora, dopodiché è andato via in taxi, senza rilasciare alcuna dichiarazione. Gli stessi investigatori ripetono che non sarà sufficiente il "match" a indicarlo come un assassino. Ma sarà comunque uno tsunami. 

 

 

Come riporta il Corriere della Sera, l’avvocato Taccia, invece, ha detto: “Siamo sereni, non abbiamo nulla da temere e collaboreremo”. Lovati, dal canto suo, ha affermato: “L'indagine del 2017 è stata una macchinazione, organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi, che clandestinamente hanno preso il Dna di Andrea. Di quali reperti parliamo? Non ci sono reperti. Andrea è innocente, non c'entra niente. Non aveva nessun rapporto con Chiara. Il ragazzo è tranquillo, perché è innocente. Non si è sottoposto volontariamente, perché volevamo l'ordinanza del gip, una persona terza. Andrea sta male, deve vendere telefoni al pubblico, non se la sentiva di incontrare delle persone”. Il riferimento è alle sue “ferie” dal centro commerciale di Montebello in cui lavora.

Nove anni fa la sua posizione era stata completamente stralciata dagli stessi pm pavesi che oggi lo indagano di nuovo. All’epoca andò in tv, da Gianluigi Nuzzi a Quarto Grado, e disse: “La cosa più violenta subita? L’invasione della privacy, gli insulti e le minacce arrivate da persone che vedono i servizi in tv”. Quanto al rapporto con la famiglia Poggi, sempre nel 2017 disse: “Marco mi è stato vicinissimo fin dal primo giorno, sia lui sia la sua famiglia. Usciamo ancora regolarmente insieme, lui mi ha dato molta forza. Stasi? Mai visto prima”. Al centro della nuova inchiesta anche tre telefonate fatte a casa Poggi, mentre Marco era in vacanza con i genitori. Sempio, sempre nel primo interrogatorio, disse: “Io ricordo che una volta ho chiamato per sbaglio, perché avevo memorizzato ambedue i numeri e chiamando dal cellulare per sbaglio ho chiamato casa”. Sempre gli investigatori, però, scoprirono che il cellulare di Sempio chiamò casa Poggi ben 5 volte negli otto mesi antecedenti il delitto.

Si legge nelle carte: “Tre volte per il rientro di Marco a casa la sera (per avvertire i genitori) e due volte quando Marco è già partito per le vacanze in Trentino, ovvero il 7 e l’8 agosto 2007”. A queste si aggiunge una chiamata dal fisso di casa Sempio, sempre datata 7 Agosto. Quanto a queste telefonate, l’avvocato Lovati spiega: “Lui cercava l'amico Marco, non Chiara, non sapeva che fosse partito, altrimenti non avrebbe telefonato”. L’elemento cardine, però, è la ricevuta del parcheggio di Vigeano del 13 Agosto 2007, giorno dell’omicidio, conservato per oltre un anno in una cartellina trasparente. Sempio lo giustificò così: “Quello scontrino è stato trovato da mio padre o mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto. Mia madre ha detto ‘per sicurezza teniamolo’”. Su quest’ultimo elemento, Lovati è di poche parole: “Sono cose già superate, archiviate”.

 

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