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Asti, sequestrano, picchiano e gettano dal terzo piano un loro connazionale: chi è stato arrestato

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Un volo di dodici metri ha quasi ucciso un giovane pachistano ad Asti. Trovato esanime al suolo, è stato portato in ospedale al Cardinal Massaia. L'episodio è emerso grazie alla segnalazione al posto di polizia della struttura sanitaria, da cui gli investigatori hanno ricostruito l'accaduto, che nasce nell'ambiente dell'immigrazione clandestina, fino a giungere oggi, giovedì 13 marzo, a due fermi, chiesti dalla Procura. Il giovane, dopo essere stato sequestrato e picchiato, è stato gettato dal terzo piano di una palazzina in corso Matteotti ad Asti, in una zona non distante dalla stazione. I protagonisti della vicenda sono quattro connazionali, tutti del Pakistan, tre uomini e una donna.

La squadra mobile della polizia, coordinata dalla Procura di Asti, cerca di vederci chiaro: quel giovane sembra vivo per un miracolo. Ricoverato in una struttura dove sta tentando di recuperare l'uso delle gambe, racconta la sua storia agli agenti. Era partito da un villaggio in Pakistan e dopo 44 ore in mare, era approdato a Lampedusa (Agrigento), da qui trasferito in un centro di accoglienza nel Nord Italia. Aveva provato a raggiungere la Spagna in autobus, ma era stato respinto al confine francese. Insieme a una donna sua connazionale, si era deciso a chiamare "un contatto" che vive ad Asti per essere aiutato.

 

Nella città piemontese, ha raccontato, lo aspettavano due connazionali, che hanno portato la donna in un alloggio e segregato lui nella palazzina di corso Matteotti. Gli hanno sequestrato documenti, cellulari e soldi. La donna è riuscita a fuggire, lui no, ed è stato picchiato violentemente. I suoi aguzzini gli hanno chiesto di farsi mandare 15mila euro dal Pakistan per essere liberato. Lui si è rifiutato e dopo essere stato fatto penzolare dal balcone per lunghi minuti, è stato gettato in strada, dove l'ha salvato un'ambulanza del 118. Le indagini della polizia incrociano dati, foto, video su social e grazie ad appostamenti, riescono ad arrivare ai due aggressori. Sul primo pendeva un mandato di cattura internazionale ungherese per traffico di esseri umani e, grazie anche a questo primo arresto, gli investigatori arrivano al secondo, un uomo che si trovava in provincia di Brescia. I due sono adesso in carcere accusati di tentato omicidio, tentato sequestro, rapina, tentata estorsione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

 

 

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