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8 marzo, minacce choc al corteo di Non una di meno: "Valditara vogliamo la tua testa"

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Da quando il centrodestra è tornato al governo, l'8 marzo è diventata un'occasione speciale per attaccare Giorgia Meloni e alleati di maggioranza. "E’ sciopero transfemminista”, è il grido che si sente dal camion dove sfilano le attiviste di Non una di meno". Per le vie del centro di Roma si possono ammirare anche striscioni con le seguenti scritte: "Lotto, boicotto, sciopero". Poi ci sono i soliti fumogeni viola e fucsia - alla faccia dell'ambiente -, e altri cartelli del tipo: “se non te la do non te la prendere”; “il lavoro di cura è lavoro (pagatece)”; “sorella non sei sola”; “cuori accesi, fasci appesi”. E ancora: “la Palestina esiste dal fiume fino al mare”. 

L'8 marzo lascia spazio quindi ad altre tipi di battaglie, che in apparenza non hanno nulla a che fare con la festa della donna. Come la solita lotta per la Palestina libera. "Siamo marea in tutto il mondo. In Argentina contro Milei. Negli Stati Uniti contro Trump e Musk. Siamo ovunque. Siamo contro Meloni Macron, contro chi vuole spendere soldi in armi e riarmare l’Europa", gridano le attiviste di Non una di meno. 

 

Palestina libera, Israele dannata e ministri giustiziati: "Israele che tu sia maledetta”; “Valditara vogliamo la tua testa”, scrivono gli studenti del movimento Osa, dopo la protesta sotto il Mim, sono arrivati in piazza Vittorio da cui partirà il corteo transfemminsta di Non Una di Meno.

 

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